Intervista

Creare abbondanza, costruire esperienza

La vita in comune come luogo che crea esperienza e fa emergere naturalmente talenti. La connessione come via di possibile espansione che crea abbondanza. Intervista a (o dialogo pratico-teorico-evolutivo con) Massimo Giudetti del Casale in Lunigiana tra orto sinergico, avanzamento spirituale, capacità di adattamento e molto altro

Creare abbondanza, costruire esperienza

Siamo cellule e la realtà che viviamo potrebbe (dovrebbe?) significare mettersi al servizio di ciò che ci nutre. La terra ci nutre. Parliamo con Massimo Giudetti, che al Casale in Lunigiana, insieme ad altre splendide persone, manda avanti un orto sinergico di sorprendente ricchezza.

Fare un giro con lui tra le piante cambia la percezione del tempo, che assume una connotazione di puro valore. Un dialogo con un uomo che crea abbondanza, costruisce esperienza e non solo.

 

Massimo, dici che siamo cellule. Spiegaci meglio in che senso

Pensa al funzionamento della cellula a livello biologico, si tratta di un campo elettrico. Molto sinteticamente, accade che una cellula trasmette elettricità a quella adiacente. Tante cellule insieme formano un tessuto; pensa alle staminali, che reagiscono in base all'organo o all'osso cui sono accostate. La cellula reagisce all'ambiente, noi reagiamo all'ambiente.

La nostra percezione influenza la reazione del corpo. La malattia si sviluppa tramite un sistema emozionale; se pensiamo al cancro, prima dello stadio manifesto, la malattia ci dà molti segnali. Di fatto, una cellula malata genera metamorfosi a partire da episodi di abbassamento delle difese immunitarie ripetuti nel tempo. 

Le cellule lavorano in due modi: apertura e protezione. 

Condizione essenziale per l'apertura è il rilassamento. 

 

Conoscere una pianta. Ci vuole tempo e amore. In cosa ciò è diverso rispetto a conoscere un essere umano? 

In nulla è diverso, si tratta sempre di un campo vibrazionale. Conoscere vuol dire osservare, guardare, lasciare che ciò che osserviamo ci entri dentro. La natura lo insegna: prima di creare, costruire, c'è da entrare in connessione. Non si tratta di andare a fare un rito o una celebrazione, no, quelli sono strumenti ormai diventati perversi.

Entrare in connessione significa andare in un luogo e star fermo in quel luogo. Osservare. Il sistema si fonda sul controllo di risorse che ormai - lo sappiamo - sono insufficienti. Non solo: ci toglie gradualmente la capacità di adattamento. Dobbiamo trovare nuove risorse, c'è necessità di adattamento, igiene, pulizia. Occorrerà una pulizia anche tecnologica, ciò che non ci serve va eliminato.

 

Se dovessi riassumere in poche parole la funzionalità dell'orto sinergico rispetto ad altre forme di coltivazione, cosa ci diresti?  

L'orto sinergico significa ritorno alla natura. L'orto ti crea una dipendenza costante fatta di amore, qualità di prodotto, di bellezza. Se tengo a una cosa, quella cosa automaticamente si distrugge o io ne divento schiavo. Questo evidenzia quanto facilmente carichiamo di potere emozionale un oggetto, dimenticando quanto importante sia il non attaccamento alle cose.  

Ogni oggetto ha il suo ciclo. L'orto ce lo ricorda costantemente. Se semino, per dire, i pomodori e la pianta si ammala, pazienza. Ho pronte le cime, il finocchio. Il contadino è colui che si occupa - non che si preoccupa - di far partire un seme e di dare continuazione. Basta una melanzana e infondi amore nelle cose che fai, ti abitui a vivere in adattamento servendo l'ambiente che è il tuo maestro.

Connettersi con l'ambiente significa entrare nella frequenza per cui tutto ti arriva quando ti arriva. Si tratta di riprogramamre una presenza costante rispetto a ciò che abbiamo a disposizione.

Per dire, ho una mela ormai matura da tempo, non vuol dire che io butto la mela, ma magari la uso cotta, ovvero ottengo ciò che posso dal suo stato di avanzamento. Quella mela la uso lo stesso, in modo diverso. Ovviamente il cibo per esser vibrante è bene venga colto quando la sua vibrazione è più forte. 

 

Ma come fanno le persone che abitano in città? 

La città viene concepita come una prigione ma in realtà è piena di posti dismessi, industrie abbandonate, aree da riqualificare. Le persone e le idee riqualificano questi luoghi. Il nutrimento sono le idee e le comunità che le sperimentano, valutando le risorse. Ad esempio, esistono un'infinità di piante in grado di ripulire i terreni a livello chimico, come la santoreggia o il tagete.

C'è da sperimentare secondo una visione olistica basata sulle risorse, per creare una delle tante alternative a questo sistema. Nella condivisione torna l'idea della sovranità individuale, di un nucleo che permette di sperimentare, creare e riconoscere i talenti delle cellule che la compongono.  

 

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"La tua mente è come la terra di un orto." La frase è di David Schwartz. Ci dai una tua visione? 

Questa frase potrebbe significare che la terra ti insegna che nuda non ci vuole stare, lei si riempie. Lei si coprirà sempre. Io spiàno, inserisco quello che io mangio e la terra lo accetta, se il trapianto viene accettato, la pianta si sviluppa. Connettersi vuol dire parlare con la terra, che è legata alla coscienza di ciascuno. Instaurare un dialogo che suona più o meno come: ti inserisco questo nel rispetto di te, te lo domando prima e lo faccio poi perché viviamo in simbiosi. 

Nell'espansione c'è abbondanza.

Tu decidi cosa ci fai entrare, quel che fai entrare poi lo riproduci. Oggi noi non siamo sovrani di quel che noi vogliamo fare.

Quando capisci come funzioni nell'insieme delle cose, comprendi che tu sei collegto a qualsiasi cosa che ti sta intorno, c'è tutto che si muove intorno a te e dentro. Quel che metti è quel che troverai. Ciò che faccio entrare lo assimilo. La coscienza è il vero motore del corpo. Quel che è fuori è prodotto di un meccanismo della mente che può entare in conflitto con la coscienza. 

 

Sembra che lavorare nell'orto per te sia una continua scoperta e sperimentazione... 

Prendi tutto questo gran vociare sulla cromoterapia. Possiamo stare a parlarne quanto vuoi, leggerci libri, ma non so se ti rendi conto che come metti piede in questo orto c'è ogni colore con la sua vibrazione.

L'orto sinergico è stato studiato anche per averlo nei vasi, nell'agricoltura. Lavorando con la consociazione delle piante, fai un lavoro su te te stesso, in sinergia con odori, profumi, essenze.

La terra crea continuamente abbondanza. Ogni mela sono semi, lo stesso per i pomodori. Ripeto, la terra ha abbondanza. 

 

Che cosa vuol dire che l'orto sinergico è un lavoro che riguarda le energie sottili che ci abitano? 

Mi interesso a tutto ciò che riguarda l'autosufficienza, l'esperienza che crea un'alternativa. Io mi sono messo in affidamento a quello che sono le energie sottili che continuano a dare manifestazione della loro presenza.

Noi siamo energie sottili, è l'ambiente che ci modifica. Prendi un bimbo, di per sé lui non avrebbe ansie o paure che derivano non da una colpa del potenziale genitore, ma dalla sua effettiva mancanza di conoscenza, dal suo condizionamento. Un bambino è attratto naturalmente dalle cose che lo circondano. Lascia un bimbo in un orto e vedrai che sarà istintivamente attratto da quelle commestibili, quelle terapeutiche.

Dobbiamo capire che un bambino è un bene comune, il genitore ha avuto il dono di portarlo in questo piano, ma il mondo e il bambino sono un'unica cosa, egli è di una comunità e in seno a quella comunità emergerà il suo personale talento, in modo naturale, senza sofferenze o grandi conflitti interiori, costruirà la sua vita sull'esperienza per cui è venuto qui, farà qualcosa che gli piace. 

 

Progetto Rbe10k. Cos'è?

Rbe10k è un progetto ambizioso che si stacca un po' dal Venus project. E' nato per creare un gruppo di 10.000 persone che autofinanziandosi con 10.000 euro a testa generano gli strumenti per creare un villaggio basato solo sulle risorse. Il progetto è partito a gennaio ed è attivo con una formazione tramite internet. Si basa sull'appoggio di persone esterne che possono contribuire con le loro competenze di aiuto. E' un evento unico, globale, che sfrutta tutti gli strumenti mediatici.

Tutto quello che può entrare in questa sperimentazione viene sfruttato per creare una nuova città che si avvii senza i 10.000 euro di entrata. Questa realtà autosufficiente si svilupperebbe in un tempo di tre anni e comprenderà permacultura, orto sinergico ed energia in autonomia. 

Lo spirito è: crea esperienza in quello che fai.

Si tratta di capire cosa è il sistema, ma non gettare paura ulteriore, fare le cose. La solitudine e la rabbia rispetto al sistema va bene in una prima fase, ma poi occorre osservare ciò che ha fatto chi è venuto prima di te, fino a lasciare che gli altri che hai informato proseguano quella strada.

Visione olitica è prendere tutto quel che c'è, vivere come parte di questa dimensione usando tutti gli strumenti che questo mondo ci ha messo a disposizione, è essere il tutto, non dirlo o pensarlo, ma esserlo, diventare consapevoli che siam parte di un tutto, siamo un organismo, non possiamo procedere fluenti se viviamo nella separazione. Diventare questo significa diventare responsabili. Adulti. Non demandare ad altri.

Demandare è la tendenza della società. Produrre un cambiamento evita di rivivere gli stessi cicli, creare un'esperienza; siamo su questo pianeta per questo. 

 

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Immagine | Casale in Lunigiana