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Amaranto: la coltivazione della pianta

L'amaranto non è un vero e proprio cereale anche se il suo uso è essenzialmente simile. Questa pianta può essere coltivata anche in Italia con notevoli soddisfazioni e ottima produzione. Andiamo a conoscere le esigenze colturali dell'amaranto, come seminarlo e come raccoglierlo

Amaranto: la coltivazione della pianta

L’amaranto è una pianta che produce dei semi commestibili che vengono utilizzati alla stregue dei cereali, ma a livello botanico l’amaranto non è un cereale.

Viene definito uno pseudocereale sia per la sua somiglianza nel uso in cucina sia per la sua composizione nutrizionale.

L’amaranto era un alimento conosciuto già dalle antiche popolazioni degli Incas e degli Aztechi che lo coltivavano nelle loro terre, culla d’origine di questo pseudocereale. Infatti nell’America Centrale e in quella Meridionale risalgono i primi ritrovamenti di semi di amaranto che poi si è diffuso e coltivato in altre aree dal clima caldo.

Il nome antico per questo pseudocereale è “Grano degli Dei” facendo ben intendere l’importanza della sua presenza nella dieta delle popolazioni locali che lo coltivavano. Il nome odierno invece deriva dalla colorazione amaranto delle sue infiorescenza (insieme di fiori); questo tipico colore, simile a un rosso bruno, è dato dalla presenza di particolari pigmenti chiamati betacianine.

L’amaranto appartiene alla famiglia botanica delle Amaranthaceae ed è una pianta erbacea annuale dicotiledone che può crescere a seconda delle varietà da mezzo metro a oltre 3 metri di altezza.

Dell’amaranto infatti esistono più di 60 varietà e quelle che danno la migliore produzione sono l’amaranthus cruentus, l’amaranto caudatus e l’amaranto hypochondriacus. La varietà che permette la migliore coltivazione a parità di produzione è la hypochondriacus.

 

Esigenze per la coltivazione del amaranto

L’amaranto predilige un clima temperato caldo e quindi necessita di un ambiente protetto se vogliamo seminarlo precocemente. In Italia Settentrionale la semina in pieno campo può avvenire dal mese di marzo e in generale è consigliabile aspettare almeno 1 o 2 mesi dall’ultima gelata invernale.

La posizione migliore per coltivare l’amaranto è sicuramente quella soleggiata dove è massima l'esposizione al sole. Non richiede particolari sostanze nel terreno essendo una pianta rustica ma ama avere alcuni elementi come l’azoto, il fosforo e il potassio.

Le irrigazioni devono essere molto oculate perché soffre terribilmente l’umidità e i ristagni idrici con il rischio di sviluppare malattie o far stentare lo sviluppo della pianta; indicativamente una o due annaffiature alla settimana sono sufficienti nel periodo di massima esposizione solare mentre nel resto del periodo possono essere ancora più rade.

L’amaranto è una pianta che sopporta bene la siccità e ha trovato il suo clima ideale nelle zone calde, tanto da essere diventata una pianta spontanea conosciuta in Europa quasi più come pianta infestante che per il suo uso alimentare.

 

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Semina dell’amaranto

L’amaranto si semina a spaglio, magari mescolando i piccoli semi tondeggianti a sabbia, in modo da avere più uniformità nella semina manuale.

Se effettuerete la semina in un semenzaio protetto sarà sufficiente adagiare i semi sul terreno e ricoprirli con pochissimo terreno.

L’acquisto dei semi per la coltivazione di amaranto comincia ad essere richiesto anche per piantagioni degli orti domestici e amatoriali quindi è possibile reperire bustine di amaranto a circa 2 euro. Consigliamo sempre di reperire semi da agricoltura biologica in modo da avere una garanzia di migliore qualità che identifichi sia la provenienza che l’assenza di sostanze chimiche di sintesi nella produzione dei semi dalla pianta madre.

Il tempo tra la semina e la raccolta varia a seconda delle tipologie di amaranto; le più precoci impiegano 100 giorni mentre altre hanno bisogno di maturare per almeno 160 giorni prima di essere pronte. Le quantità su scala di coltivazione media richiedono circa 10 kg di semi di amaranto ogni ettaro di terreno.

 

Raccolta dell’amaranto

La raccolta dell’amaranto è eseguita alla fine della fioritura che avviene in estate. Infatti in autunno vedremo i fiori dell’amaranto appassiti e sotto di essi appariranno dei piccoli frutticini, le capsule che contengono i semi, che dovranno essere raccolti scuotendo la pianta di amaranto in modo che autonomamente si distaccano; altrimenti è possibile tagliare lo stelo su cui sono presenti l’insieme di semi e metterlo ad asciugare all’ombra in un luogo asciutto.

Presi i semi, avremo ottenuto la parte dell’amaranto ad uso alimentare, poi conservata sempre allo stato essiccato.

Questi semini si trovano anche già confezionati nei negozi di alimenti naturali, nelle erboristerie, negli scaffali dedicati ai prodotti biologici dei supermercati oppure online e potremo utilizzarli in cucina come gli altri cereali.

I maggiori produttori di amaranto sono gli Stati Uniti, la Cina e l’India che già nel 1970, avendo riconosciuto le alte proprietà nutrizionali di questo pseudocereale, ha incrementato la coltivazione sino ad arrivare a una produzione su larga scala.

L’amaranto resta comunque un ottimo prodotto agricolo da coltivare anche a livello domestico sia negli orti famigliari che su piccoli appezzamenti o persino nei vasi di un balcone in città.

L’amaranto infine a livello alimentare ha anche altri due vantaggi: il primo è l’assenza di glutine che ne permette l’uso alle persone celiache o intolleranti al grano; il secondo è dato dal fatto che anche le sue foglie sono commestibili e utilizzabili alla stregua degli spinaci.

 

Semi di amaranto, proprietà e usi

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Immagine | Di Kurt Stüber