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Il Food Sharing contro gli sprechi alimentari

Le conseguenze di un eccesso di spesa si traducono in un aumento degli sprechi alimentari, eppure le soluzioni per ridurli esistono.

Il Food Sharing contro gli sprechi alimentari

Gli sprechi alimentari sono una delle cause del deterioramento ambientale che riguarda da vicino ognuno di noi, soprattutto in periodi dell’anno come quello natalizio, in cui l’abbondanza dei cibi in tavola spesso rispecchia cassonetti pieni di immondizia evitabile ed innecessaria.

I dati relativi a questo tipo di sprechi possono darci un’idea dell’importanza delle nostre scelte e delle nostre azioni: nel primo rapporto della FAO sugli sprechi e sulle perdite alimentari (2011) si denuncia uno spreco alimentare a livello mondiale pari a 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, equivalente ad un terzo del cibo prodotto per il consumo umano.

Nel 2013 la FAO pubblicò un altro rapporto che costituisce il primo studio sull’impatto ambientale degli sprechi alimentari, aprendo così uno scenario più dettagliato sul tema. Secondo questo studio, per produrre il cibo che poi viene sprecato si utilizzano 250 km³ di acqua dolce proveniente da sorgenti superficiali o sotterranee (blue water), 1,4 miliardi di ettari di terreno agricolo (circa il 30% della superficie di terreno agricolo mondiale) e si producono 3,3 miliardi di tonnellate di gas a effetto serra.

Si tratta di cifre davvero impressionanti. Ma quali sono le nostre responsabilità e cosa possiamo fare per ridurre sensibilmente la portata di questi sprechi

 

Lo spreco alimentare domestico

Secondo i dati presentati nel 2010 dalla Commissione Europea sugli sprechi alimentari, le maggiori perdite avvengono a livello domestico (42%), seguite dal livello della produzione (39%), la ristorazione (14%) e la distribuzione (5%). Dunque come consumatori abbiamo un ruolo fondamentale.

Le principali cause di spreco alimentare domestico sono:

  • lo scarso valore associato al cibo,
  • la preferenza per alcune parti degli alimenti che conduce a scartarne altre,
  •  la mancata pianificazione degli acquisti,
  • la scarsa conoscenza dei prodotti,
  • conservazione e imballaggio inadeguati,
  • la confusione sulle indicazioni “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”.  

Fortunatamente, dove esiste un problema esiste anche la sua soluzione. Sicuramente è fondamentale imparare a fare la spesa in modo razionale, evitando di comprare più del necessario, ma quando non riusciamo a consumare tutto ciò che abbiamo nel frigo o nella dispensa si può ricorrere al Food Sharing.

 

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Le prime esperienze di Food Sharing

Il Food Sharing è nato tre anni fa a Colonia, in Germania, grazie all’iniziativa di Valentin Thum e Stefan Kreutzberg. Preoccupati per gli sprechi alimentari ancor prima che venissero pubblicati i dati della FAO, hanno pensato di far incontrare le eccedenze con le persone interessate ad utilizzarle attraverso una piattaforma alla quale chiunque può iscriversi.

La forza dell’iniziativa sta nel fatto non che è rivolta solo alle singole persone, ma anche ad aziende, esercizi commerciali e di ristorazione. Inoltre le sue regole sono semplici, basta rispettare le norme sanitarie (ad esempio non è possibile mettere in condivisione alimenti scaduti).

Oltre a funzionare per mezzo di una piattaforma online, che dà la possibilità di creare una sorta di frigorifero virtuale condiviso, il Food Sharing sta funzionando in Germania anche secondo modalità meno tecnologiche, che permettono a chi non ha uno smartphone o accesso a internet di scambiare generi alimentari in eccesso. Per esempio a Kreuzberg, quartiere di Berlino, sono stati installati due grandi frigoriferi da cui è possibile rifornirsi gratuitamente di generi alimentari di vario tipo.

 

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Food Sharing in Italia 

Sulla scia dell’esperienza tedesca, anche in Italia il Food Sharing sta approdando timidamente dal 2013. Vediamo alcune opzioni per chi vuole donare e/o acquisire gratuitamente prodotti alimentari in eccedenza.

  • S-cambia cibo è una piattaforma che permette di realizzare scambi e condivisioni di generi alimentari con amici, vicini e sconosciuti nell’ottica non solo di ridurre gli sprechi, ma anche di rafforzare le relazioni sociali di vicinato.
  • NextDoorHelp, ideato da quattro giovani ingegneri, funziona attraverso un sistema di geolocalizzazione che permette di visualizzare i cibi disponibili in un raggio di quattro chilometri. 

 

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