Articolo

La moxaterapia: basi teoriche, metodi e applicazioni

La moxaterapia si propone di curare diversi disturbi tramite il calore sprigionato dalla moxa, per contatto diretto o indiretto. Vediamo quali tecniche vengono utilizzate

La moxaterapia: basi teoriche, metodi e applicazioni

Filosofia della moxa

Un antico trattato cinese sulla moxibustione riporta: "La foglia di ai ye (moxa, ndr) usata in piccola quantità produce caldo, in grandi quantità forte calore. Essendo di pura natura yang, ha la capacità di rigenerare yang primario. Può aprire i dodici meridiani principali, regolare l'energia, espellere il freddo e l'umidità, riscaldare l'utero, arrestare i sanguinamenti, riscaldare la milza e lo stomaco per rimuovere la stagnazione, regolare le mestruazioni e facilitare l'uscita del feto. Quando è bruciata, penetra in tutti i meridiani ed elimina le cento malattie".

Secondo la medicina tradizionale cinese e tibetana, quanto più una malattia è di natura fredda (yin), cioè cronica, con metabolismo lento, maggiore è l’efficacia della moxa. All’opposto, quanto più una malattia è calda (yang), con dolori acuti localizzati, viso rosso, stato di eccitazione, tanto più è controindicata la moxa, preferendole l’agopuntura. 

Normalmente, l’operatore che applica la moxaterapia individua i punti su cui agire e successivamente realizza se il trattamento con l'artemisia va eseguito “in tonificazione” o “in dispersione”. Si dice che il punto è “in vuoto” quando è carente di energia (kyo), mentre è “in pieno” (jitsu) se l'energia che blocca la zona interessata deve essere liberata, in quanto in eccesso. 

 

Moxaterapia: diverse soluzioni

L'utilizzo del calore a scopo curativo è un fondamento della medicina tradizionale cinese e, in generale, della medicina popolare. La moxaterapia consiste nel bruciare un quantitativo di artemisia, confezionata in sigari o in coni, sulla pelle o in prossimità di questa. La cauterizzazione può avvenire in modalità indiretta o diretta. Quest'ultima è sempre più in disuso, in quanto comporta un'ustione di secondo grado, con la comparsa di un flittene (vescicola subepidermica). Persino la medicina tradizionale cinese sta abbandonando tale metodica. 

La cauterizzazione indiretta invece è meno violenta, diffondendo il calore per induzione e non per contatto fisico. Può avvenire in diversi modi: tramite aghi di agopuntura, tramite una sostanza interposta tra la moxa e la cute del soggetto e mediante il noto bastoncino. Ricordiamo che l'artemisia, quando brucia al massimo, è capace di irradiare una temperatura di 500 gradi.

Il primo metodo consiste nel collocare un pezzo di moxa su di un ago infisso in un agopunto, evitando così l’ustione. È consigliabile che a eseguire tale manovra sia un agopuntore.

Tradizionalmente, tra la pelle e l'erba che brucia viene posta una sostanza (di solito aglio, zenzero oppure sale grosso) a seconda delle finalità preposte. Questo approccio ha delle conseguenze svantaggiose, cioè esecuzione molto lenta, grande quantità di fumo e soprattutto una piccola ustione che spesso però risulta dolorosa. Rimane comunque un approccio molto efficace.

La tecnica di moxaterapia maggiormente utilizzata rimane quella del bastoncino di moxa.  Una volta acceso, questo viene avvicinato ai punti di agopuntura, a una distanza dalla pelle di circa 2-3 cm. Questo metodo, dopo poche sedute, è replicabile dal paziente stesso, rappresentando un considerevole vantaggio. 

L’estremità del bastoncino viene accesa fino a ottenere una brace incandescente, senza generare una fiamma, e viene dunque avvicinato alla cute nel punto di agopuntura terapeuticamente significativo. Il bastoncino viene tenuto a dalla pelle fino a che il soggetto non avverte una sensazione di calore piacevole. Il piacere si intensifica progressivamente fino a un punto oltre il quale comincia a diventare meno piacevole o addirittura spiacevole; ci si allontana allora con il bastoncino, per poi ritornarci nuovamente alla ricerca della sensazione piacevole. Il procedimento si ripete più volte fino a che l'area cutanea di interesse diventa tiepida, poi calda e poi si arrossa. È qui che si interrompe l'applicazione.

Questa operazione viene svolta in cinque minuti al massimo. Il bastoncino per la moxaterapia viene poi quindi sotto l'acqua oppure la parte bruciata viene tagliata via. Come ci si procura un bastoncino? Generalmente, questo viene fornito dal medico agopuntore, ma lo si può acquistare presso farmacie con prodotti cinesi o su internet. 

Immagine | Carlderrick