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Vipassana: origini e benefici per corpo e mente

La pratica della meditazione vipassana, intesa come ritiro dal mondo per qualche decina di giorni focalizzandosi sulle connessioni tra corpo e mente, si sta diffondendo sempre più.

Vipassana: origini e benefici per corpo e mente

Negli ultimi anni, grazie ad un assiduo passaparola tra viaggiatori e ricercatori interiori che hanno prevalentemente pareri positivi a riguardo, l’antica pratica buddhista della vipassana è ritornata in auge ed è uscita dai luoghi tradizionali e originari (India, Tibet, Bhutan, Cina, Myanmar e Thailandia), per essere praticata ed insegnata anche all’estero.

"Vipassana" è un termine appartenente alla tradizione pali, mutuato dal sanscrito "vipyasana", che potrebbe essere tradotto come “guardare dentro intensamente”.

Pur esistendo come strumento della pratica spirituale negli antichi contesti yogici, la vipassana è stata particolarmente utilizzata sin dai primordi dai buddhisti, come forma di meditazione ritirata per un preciso ammontare di giorni consecutivi, che in genere variano da 10 a 40.

Durante questi giorni si è chiusi nella propria stanza, dove vengono portati cibo ed acqua ad orari regolari, e dove si ha la possibilità di osservare la propria mente, il proprio cuore ed il proprio corpo, ascoltarli, e notare dove la nostra consapevolezza usa posarsi e da cosa è avvezza farsi trascinare.

 

Cosa si esperisce nella meditazione Vipassana?

In un contesto del genere, che ricorda la ricerca della visione dei nativi americani, senza distrazioni né occupazioni ma soli con se stessi e i propri vortici, si ha la possibilità di avere esperienze molto intense.

Visioni, riflessioni profonde, chiarudienza, sinestesie varie, profonde prese di consapevolezza, sono quanto spesso riportato da chi ha praticato vipassana almeno una volta. In genere viene considerata una “life-changing experience”, ovvero un’esperienza di quelle che cambiano la vita.

Ovviamente se praticata onestamente e affrontata con spirito corretto. Infatti esistono regole piuttosto ferree che riguardano la pratica della vipassana, specie per quanto riguarda il periodo preparatorio, che deve essere fatto di astinenza sessuale e moderazione a tavola.

 

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Come funziona la meditazione Vipassana?

Durante la meditazione vipassana qualunque cosa emerge dall’essere e attraversi la mente o il cuore, viene solamente osservato, come su uno schermo, senza partecipazione e con distacco.

Qualsiasi sia il genere di pensiero od emozione, si resta in uno stato definito “puro testimone”, che non si identifica né si fa coinvolgere da questi movimenti vibratori superficiali, mettendosi a giudicarne la bontà o la correttezza.

Privi di moti di identificazione, passeremo attraverso tutti gli stati normalmente definiti positivi e negativi senza farli propri: si potra’ attraversare la tristezza senza essere tristi o l’entusiasmo senza essere entusiasti, si e’ lontani da quanto mulinella nella nostra atmosfera, come lo osservassimo da una torre.

 

L'attenzione al respiro nella meditazione Vipassana

Generalmente si comincia concentrando l’attenzione sull’unica cosa che ci fa compagnia quando veniamo separati da tutti gli oggetti e gli impegni: il respiro.

Il respiro è un processo che implica numerosi organi e parti del corpo di cui in genere non sappiamo niente.

All’inizio ci concentreremo sul suono e sulla corrente di aria, dopo ci renderemo sempre più conto del diaframma e dei movimenti dell’addome che sono implicati.

Diverremo allora pian piano consapevoli dell’intero processo mentre i pensieri, le emozioni e le sensazioni cominciano ad emergere attorno a noi, non assimilati dalla mente, che rimane concentrata sul respiro.

Questa è solo la prima chiave per cominciare ad esplorare le connessioni tra corpo, mente e spirito, scoprendo che in realtà sono solo un’apparenza, un movimento superficiale di una coscienza non duale.

All’inizio di tutto ciò una forma di discernimento mentale è lo strumento per avanzare nella pratica finché una forma di coscienza spontanea che procede da sola senza il minimo sforzo sostituisce il discernimento mentale, ancora troppo duale e legato all’individuo.

In seguito, uno stato che è oltre la gioia e il dolore, l’appagamento e lo scoramento, emerge, come conseguenza della coscienza spontanea: qui tutte le dualità si disciolgono creando pian piano uno stato basato sull’equanimità, sulla presenza, sulla purezza.

 

Dove praticare la meditazione Vipassana?

Nei paesi asiatici di cui si è detto la pratica della vipassana è piuttosto comune, non bisogna essere degli yogi provetti per praticarla e molte persone l’affrontano almeno una volta durante la loro vita.

Non è difficile trovare dei centri di vipassana che offrono corsi e ritiri. Tuttavia come detto sono sempre di più le possibilità di trovare corsi e ritiri anche in Europa e America, dove la pratica del ritiro vipassana sta guadagnando sempre più terreno.

 
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