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Vipassana, la meditazione di visione profonda: la tecnica

Questo stile di meditazione vanta antichissime origini e ci accompagna al centro di noi stessi: un "luogo" davvero speciale che, spesso, visitiamo davvero troppo poco...

Vipassana, la meditazione di visione profonda: la tecnica

I giorni di vacanza sono delle splendide opportunità per coltivare noi stessi: ci allontaniamo – talvolta anche fisicamente - dalla quotidianità e ci dedichiamo a ciò che più ci piace.

Abbiamo a disposizione un ormai raro e preziosissimo amico… il tempo! Non lasciamolo fuggire senza averlo reso significativo!

Oggi vogliamo proporvi una tecnica di meditazione dalle origini antiche nella quale potrete cimentarvi durante le vostre meritate vacanze: la meditazione di visione profonda (vipassana).

Scopriamola insieme!

 
Vipassana: una tecnica antica e potente

La meditazione vipassana (lett. vedere in profondità) affonda le tue radici nella tradizione buddista, ma non richiede nessuna aderenza alla dottrina per essere praticata. Potete farla vostra al di là della religione che praticate o di qualunque tipo di spiritualità abbracciate.

Come ogni tecnica, richiede un adeguato tempo e un adeguato orario: ritagliate per voi almeno una ventina di minuti/mezz’ora all’interno dei quali vi assicurerete di non sarete disturbati. Scegliete un arco temporale che non vi obblighi alla fretta, magari la sera dopo il lavoro, ad esempio, o la mattina molto presto.

 

Come praticare la meditazione vipassana

La posizione da assumere per la pratica dovrebbe essere seduta con le gambe incrociate ma, se vi crea disagio, sedete pure su una sedia. Le mani possono essere in grembo oppure nell’iconografico cin mudra.

Una volta ben sistemati, si inizia a scendere nella meditazione vera e propria che parte dall’osservazione del corpo e delle sue sensazioni.

Attraverso il respiro costante e calmo, si scandaglia lo spazio della mente e della propria presenza corporea: arti, percezioni, piccole o grandi alterazioni. Si sperimenterà la turbolenza del nostro quadro mentale e la futilità dell’alternarsi ossessivo dei pensieri, dove uno crea l’altro in una catena di immagini senza tregua.

Prendere consapevolezza di questo stato di cose è il primo passo per liberarsene attraverso la pratica costante e tenace. Col tempo, infatti, si diverrà sempre più consapevoli di tutti gli stimoli sensoriali e mentali migliorando così enormemente la raffinata arte dell’attenzione, parola chiave per comprendere questo stile di meditazione.

Esistono infatti 4 grandi aree concettuali all’interno delle quali essa viene praticata:

  1. L’attenzione del corpo: sensazioni fisiche, piccoli dolori, comodità o scomodità della postura, etc…
  2. L’attenzione ai sentimenti e alle sensazioni: si approfondisce l’indagine alle sensazioni primarie in merito al confort, alla piacevolezza della pratica, etc…
  3. L’attenzione agli stati della mente: si prende consapevolezza dell’alternarsi dei pensieri, osservandone la nascita e la “morte” in un ciclo continuo e, potenzialmente, infinito.
  4. L’attenzione agli oggetti mentali: si registra il contenuto dei pensieri senza analizzarli, decodificandone la sostanza senza decorarla di ulteriori circonvoluzioni mentali.

Durante tutto il corso della pratica il praticante rimarrà in costante contatto con il respiro che sarà lento e profondo.

Dato che questo tipo di meditazione vanta antiche e nobili origini vi consigliamo di approfondirla anche nella teoria ovvero leggendo testi sulla vita del Buddha e sulla religione buddista: questo non per aderire alla dottrina, ma semplicemente per conoscere un “fatto culturale” estremamente interessante e ricco di spunti esistenziali al di là dell’epoca storia, del luogo geografico o della cultura che lo ha tenuto a battesimo. Anche la pratica della meditazione ne trarrà beneficio divenendo più consapevole e rotonda.

 

Meditazione vipassana: il consiglio in più…

La meditazione di visione profonda si pratica generalmente da seduti con le gambe incrociate. Questa postura è solo apparentemente semplice: il principiante ben presto inizierà ad avvertire dolori e rigidità, soprattutto man mano che il tempo scorre.

Tenderà a modificare la posizione corretta in nome della comodità, magari inarcando la schiena, allungando le gambe, implodendo su se stesso.

Vi consigliamo certamente di avvalervi degli appositi supporti per la meditazione come cuscini o panchette, ma soprattutto di esortiamo ad abbinare ad essa una regolare pratica yoga: vi aiuterà a plasmare il corpo, a sciogliere ogni tensione e a rendere la posizione seduta sempre più comoda e piacevole

 

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