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La depressione nelle Medicine Complementari

La depressione è una patologia molto diffusa oggi e spesso viene misconosciuta, perchè i suoi sintomi sono a volte sfumati e mutevoli. Secondo recentistime dell’OMS, la depressione colpisce più di 350 milioni di persone in tutto il mondo. Le Medicine Complementari, Omeopatia ed Agopuntura, in particolare, possono essere di valido aiuto in questa diffusa patologia, visto l'azione sinergica che presentano con le terapie antidepressive tradizionali.

La depressione nelle Medicine Complementari

Il termine “depressione” deriva dal latino “deprimere”, ossia premere verso il basso; nell’accezione corrente, questo termine non viene utilizzato per indicare una vera e propria condizione patologica, ma piuttosto un particolare stato d’animo, abbastanza complesso, misto di tristezza, melanconia, assenza di gioia di vivere a vari gradi, che il paziente accusa in seguito ad eventi traumatici (lutti, incidenti, ma anche nascite etc) o particolarmente importanti della sua vita, che lo porta a ritenersi inadeguato alle situazioni, insicuro, sfiduciato, sino ad arrivare, negli stadi più conclamati di questa condizione, a sviluppare sentimenti di vera e propria paura irrazionale per il futuro, che si ripercuotono negativamente sulla vita sociale e di relazione, accompagnati da sintomi di tipo fisico e psichico come ansie, ossessioni e fobie.

Storicamente si fa risalire al medico, geografo, astrofisico greco Ippocrate di Coo o Kos (460 a.C.- 377 a.C), il padre della medicina ippocratica, la prima descrizioni della melanconia (dal greco μελαγχολία), come malattia distinta, con sintomi caratteristici. Da allora questo termine compare spesso associato a disturbi dell’umore, ma il primo riferimento a un sintomo psichiatrico si deve allo psichiatra francese dell’ottocento Louis Delasiauvene (1804-1093), noto per i suoi studi sull’epilessia, a cui fece seguito Emil Kraepelin (1856-1926) brillante ed illustre psichiatra tedesco, il cui nome è associato allo studio della demenza precoce e della psicosi maniaco-depressiva.

La patologia depressiva, individuata da Kraepelin, era caratterizzata dall’alternanza di manifestazione depressive ed eccitamento euforico, con sintomi di depressione dell’umore, idee fisse e assenza di volontà o abulia. Il soggetto depresso, così descritto dallo psichiatra tedesco, è un individuo predisposto alla patologia, da particolari condizioni socio-ambientali, che non riesce a liberarsi dal circolo vizioso della tristezza e dei pensieri cupi; il mondo, che vede, è a tinte fosche, fatto solo di dolore e sofferenza, in cui alla fine non vale la pena di vivere (ossessioni suicide).

Ma è sicuramente Sigmund Freud (1856-1939), neurologo austriaco e padre della psicanalisi, il principale artefice del riconoscimento della depressione come patologia. Egli, infatti, paragonò lo stato di melanconia al lutto (Lutto e melanconia 1917), teorizzando così il meccanismo per cui il concetto di “perdita” per una morte o per la fine di un amore, si traduce inesorabilmente, tramite un processo inconscio, in una “perdita del soggetto", che l'individuo depresso identifica con il “se” (l’Io freudiano), derivandone gravi sintomi malinconici, accompagnati da sensi di colpa, di inferiorità e di inadeguatezza verso le varie situazioni, che possono sfociare in sintomatologie psicotico-depressive.

Successivamente numerosi ricercatori, nella metà del XX secolo, si sono occupati del “problema depressione” fornendo una serie di classificazioni contenute nello statunitense Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-I,1952) incentrato sulla "reazione depressiva", mentre il successivo DSM-II (1968) prende spunto dalla "nevrosi depressiva" quale sintomo cardine; a queste sono seguite altre sistematizzazioni, fra le più recente (DSM-IV, 1994), possiamo ricordare la suddivisione in due gruppi: disturbi depressivi unipolare e bipolari, a cui si è associata la Classification of Disease and Realeted Health Problem 10th Edition (ICD-10, 1992) dell’OMS che riconosce gli stessi criteri.

La depressione, dunque, intesa come forma patologica, appartiene ai disturbi dell'umore, insieme alla mania e al disturbo bipolare; può presentarsi sotto forma di un singolo episodio transitorio, definito episodio depressivo, oppure può assumere forme più durature e strutturate, come quelle di un vero e proprio disturbo depressivo anche di tipo maggiore quando i sintomi sono tali da compromettere l'adattamento sociale del soggetto. Questo disturbo maggiore è caratterizzato da sintomi duraturi (oltre due settimane), che causano una compromissione significativa della sfera socio-relazionale, lavorativa o di altre aree psico-emozionali, i cui principali sintomi possono essere così schematizzati:

  1. Umore depresso persistente  nel tempo es. tristezza e maliconconia per  giorni.
  2. Apatia o perdita  di interesse o piacere per tutte o quasi le attività perdurante nel tempo.
  3. Agitazione o  all’opposto rallentamento psicomotorio, affaticabilità ed astenia.
  4. Diminuzione di peso significativa o al  contrario iperfagia.
  5. Presenza  di disturbi psicosomatici es.gastriti , mal di testa  frequenti.
  6. Disturbi  d'ansia fra i  quali principalmente attacchi di panico..
  7. Insonnia o  ipersonnia.
  8. Svogliatezza, abulia, perdita di motivazioni  personali, della capacità di pensare o concentrarsi e di  prendere decisioni.

A questi si aggiungono importanti sintomi psico-affettivi: 9. Diminuzione dell'autostima, tendenza all'isolamento e alla solitudine, inquietudine, impotenza, rassegnazione, sfiducia. 10. Sentimenti di delusione e pessimismo sul futuro, negativismo, frequente tendenza al pianto, senso di fallimento, sconforto o disperazione, alternati a sentimenti di colpa, risentimento e rimuginazione.
11. Negli stadi più gravi compaiono angoscia e deliri con distacco dalla realtà, accompagnati da frequenti pensieri di morte e ricorrenti ideazioni suicide.

Tali sintomi non sono tutti presenti contemporaneamente, ma presentano una variabilità individuale, inoltre, il decorso della patologia è lento, ma tende ad aggravarsi nel tempo se non adeguatamente trattato.

Per la diagnosi di episodio depressivo maggiore viene riconosciuta fondamentale la presenza di almeno cinque dei sintomi sopra elencati, anche in considerazione del fatto che tale forma, nella metà dei casi, non rimane un episodio isolato, ma si ripete nel tempo portando alla formazione di un disturbo depressivo maggiore vero e proprio.

 Una Classificazione delle varie forme di depressione può essere così schematizzata:

  • Depressione reattiva ad un evento scatenante (lutto, perdita,  separazione, fallimento, delusione, violenza).
  • Depressione endogena da cause inconsce legate al paziente (genetiche,  personalità).
  • Depressione ansiosa ( es.attacchi di panico).
  • Depressione psicotica forma grave di depressione con sintomi d psicosi (es.deliri).
  • Disturbo dell'adattamento e dell’umore.
  • Depressione post-partum.
  • Depressione secondaria dovuta a vari tipi di malattie neurologiche,  organiche o a farmac, disturbi  neurologici degenerativi, tumori, LES etc, per citarne alcuni.
  • Disturbi bipolari alternanza  di episodi depressivi maggiori/minori con episodi maniacali/ ipomaniacali.

Dal punto di vista Epidemiologico la depressione, secondo dati recenti dell’OMS (2012-2014), è una patologia molto diffusa, che colpisce più di 350 milioni di persone di tutte le età, in tutto il Mondo; inoltre i dati evidenziano che non sempre tale patologia viene riconosciuta e trattata a dovere, si è stimato, infatti, che meno del 10% delle persone depresse riceve le cure adeguate.

In Italia i dati riguardanti i tassi di prevalenza dei disturbi mentali sono quelli raccolti dal progetto europeo European Study on the Epidemiology of Mental Disorders (ESEMeD, 2004), in cui l’Italia è presente a fianco di altri 5 paesi Europei, nell’ambito della WHO World Mental Health (WMH) Survey Iniziative. Secondo questa indagine i disturbi più comuni sono risultati essere: la depressione maggiore (10,1%), le fobie specifiche (5,7%) e la distimia (3,4%), seguiti dal disturbo post traumatico da stress, dalla fobia sociale e dal disturbo d'ansia generalizzata (nel 2% circa degli intervistati); l’età d’insorgenza si concentra intorno ai trent’anni, pur non risparmiando i bambini e gli adolescenti. La prevalenza è maggiore nel sesso femminile e nella popolazione anziana (oltre 65 anni d’età).      

I dati conclusivi della ricerca ESEMeD hanno così evidenziato come circa tre milioni e mezzo di persone adulte hanno sofferto di un disturbo mentale negli ultimi 12 mesi: quasi due milioni e mezzo hanno presentato un disturbo d’ansia, 1 milione e mezzo un disturbo affettivo e quasi cinquantamila un disturbo da abuso di sostanze alcooliche; inoltre, i dati sottolineano come siano molto più a rischio di depressione alcuni gruppi: le donne, i soggetti disoccupati, le casalinghe e i pazienti disabili.

Dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità (Cnesp-ISS), Sistema di Sorveglianza sulla Depressione-Passi (2011) evidenziano come i sintomi depressivi colpiscano il 7% della popolazione adulta dai 18 ai 64 anni di età. Confermano che a soffrirne sono soprattutto le donne (9%), le persone con difficoltà economiche (16%), i disoccupati (9%), chi vive solo (10%) ed inoltre, chi è affetto da malattie croniche (14%). Infine, secondo i dati di proiezione dell’OMS (Mathers CD. et Al. 2006), si è stimato che nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di malattia, dopo le patologie cardiovascolari e nel 2030 la depressione verrà individuata come seconda causa di malattia in tutto il mondo, dopo l'infezione da HIV.

Questo breve “escursus”, lungi dal voler essere un trattato di psicologia, a cui si rimanda per ogni approfondimento sulle tematiche di questa proteiforme patologia, vuole mettere in risalto un aspetto importante delle possibilità terapeutiche del disturbo depressivo.

Nella cura, infatti, di un disturbo psichico diffuso e spesso misconosciuto, come la depressione, acquistano sempre più importanza tutti i segni e i sintomi manifestati dal paziente, segnali, spesso, di un dolore nascosto, profondo, che non riesce ad emergere e a manifestarsi alla coscienza; è quindi appropriato, per il benessere del paziente, utilizzare tutte le terapie a disposizione, sia quella convenzionale o Allopatica (antidepressivi triciclici, I-MAO o Inibitori delle monoamminossidasi, Antidepressivi di seconda generazione o SSRI etc.) variamente suggeriti in ragione della sintomatologia in atto, sia quelle non convenzionali o Complementari come l’Omeopatica e l’Agopuntura, che ben si integrano, per il loro sinergismo d’azione, con le terapie tradizionali, raggiungendo il duplice beneficio di portare progressivamente il paziente ad un miglioramento dei sintomi accusati e del tono dell’umore da un lato, e di riuscire dall’altro a diminuire progres
sivamente il dosaggi dei farmaci maggiori allopatici, i più gravati da effetti collaterali anche importanti.


Le possibilità terapeutiche in Medicina Complementare

Nell’approccio Omeopatico alla depressione si utilizzano dei principi attivi, i“rimedi” di Hahnemanniana memoria, che ben si possono inserire nell’assetto tipologico del soggetto depresso, il cui inquadramento sintomatologico e caratteriale (cfr. L.Tocalli: Le Costituzioni in Omeopatia: revisione critica e ragionata, 2014), può permette la personalizzazione delle cure, elemento fondante della Medicina Omeopatica, e ottenere così la scelta di una corretta terapia di questa patologia così strettamente correlata al vissuto e alla psicologia del paziente. La categorizzazione viene, infatti, condotta attraverso l’ascolto attento e accurato dell’anamnesi del paziente, che può guidare la scelta del farmaco più idoneo nella vasta gamma del repertorio omeopatico.

In Omeopatia i rimedi utilizzati, proprio in ragione dei sintomi profondi che la patologia depressiva comporta, nella maggior parte dei casi, sono quelli ad alte e medio-alte diluizioni (30 CH, 200 CH), cioè quelli con maggior diluizione, che hanno un’azione più lenta, ma più profonda, in ragione del quadro sintomatologico del paziente.

Di seguito vengono riportati in ordine alfabetico alcuni Rimedi Omeopati che trovano indicazione per la cura della depressione, sempre in ragione della similitudine sintomatologica del paziente: 

 

Arsenicum album

o Anidride arseniosa è un potente veleno in natura se somministrato a dose ponderali, in Omeopatia viene opportunamente diluito ed utilizzato nei soggetti sensibili al medicinale per molteplici patologia acute e croniche, soprattutto del Modello Reattivo Psorico (cfr. L.Tocalli: Omeopatia: i Modelli Reattivi, 2014). In questo importante rimedio costituzionale il disturbo depressivo è accompagnato da un forte stato ansioso causato da diverse paure: per la propria salute, per la morte o per una grave malattia incurabile. Il soggetto Arsenicum per suo carattere teme la solitudine, che lo rendono triste, malinconico ed incline a pensieri di morte.

La depressione che risponde bene a questo rimedio è rappresentata da una grande inquietudine che diventa angoscia e si manifesta soprattutto di notte.
Pignolo, meticoloso, preciso, ordinato, anche avaro, il soggetto che risponde bene al rimedio, è sempre diffidente e teme di essere ingannato; è pessimista, vede tutto nero e pensa sempre al peggio, emotivamente alterna eccitazione a depressione, inoltre, vive sensi di colpa e presenta in molti casi tendenze suicide.

Lo stato depressivo può seguire malattie croniche e debilitanti, tanto che il soggetto appare spesso prostrato, debole, affaticato e fortemente freddoloso. Altrettanto caratteristica è la ricerca quasi maniacale per l’ordine e la pulizia, che sottendono il bisogno di sicurezza e di rassicurazione.

Le altre principali indicazioni cliniche del rimedio sono per l’apparato gastroenterico: diarrea, colite, gastrite, ulcera gastroduodenale; a livello dell’apparato respiratorio: otalgie e crisi d’asma; a livello urogenitale: cistiti e vaginiti; per le infezioni cutanee acute: foruncoli, orticaria, herpes zoster e in alcune patologie nevralgiche. Caratteristiche importanti del rimedio Arsenicum sono i sintomi brucianti ed inoltre l’agitazione e l’irrequietezza che porta i pazienti a muoversi continuamente e a camminare per cerca sollievo.

Arsenicum trova spesso indicazione anche nella depressione degli anziani per la loro caratteristica debolezza psico-fisica.

 

Aurum metallicum      

Le proprietà dell’oro metallico erano conosciute fin dall’antichità in Cina ed in Egitto; il suo uso terapeutico si fa risalire a Discorides Pedanio (40 a.C) medico, botanico e farmacista greco, che esercitò a lungo a Roma. L’utilizzo, come ci ha descritto Hahenemann, “dell’oro in polvere” rientrava nei medicinali per la malinconia e lo psichismo caratterizzato da iperattività, irritabilità seguita da depressione e disgusto per la vita.
La depressione di Aurum o Sindrome depressiva dell’adulto è spesso la conseguenza di un grave trauma affettivo o di uno stato di affaticamento mentale esasperato.

Si possono riscontrare accessi ipomaniacali alternati a periodi di depressione; nel bambino si manifestano turbe del carattere con collere violente sproporzionate alla causa, mentre nell’anziano le manifestazioni depressive, più facilmente mascherate, sono rappresentate dal rallentamento psico-fisico.

Il soggetto che risponde bene al rimedio presenta i segni caratteristici del medicinale: è pletorico, irritabile e impulsivo, è collerico; alterna periodi di allegria a crisi depressive, si colpevolizza facilmente e manca di fiducia in se stesso, é scoraggiato e quando tutto gli sembra insormontabile è portato a desiderare la morte (idee suicide).

Le altre principali indicazioni cliniche del medicinale sono: la sindrome cardiovascolare con ipertensione, extrasistoli e insufficienza coronariche; le vampate di calore, la congestione cefalica, le vertigini e le palpitazioni violente con stato ansioso: “il cuore si ferma”; l’alito fetido, il calore bruciante, il gonfiore e i dolori lancinanti all’ipocondriaco destro con epatomegalia (cirrosi per etilismo cronico), le emorroidi sanguinanti; le sinusiti croniche; le congiuntiviti e l’ipertensione oculare; i dolori di tipo reumatico alle estremità peggiorati di notte e d’inverno (modalità caratteristiche del medicinale), in conseguenza di periostiti o osteiti croniche delle ossa corte.

 

Ignatia amara

O Fava di sant’Ignazio è il rimedio d’elezione per tutti gli stati depressivi reattivi conseguenti a Shock affettivi causati da lutti, separazioni, delusioni sentimentali o lavorative.

Il medicinale può, quindi, essere prescritto in tutte le condizioni in cui è aggredito il sistema neurovegetativo dove: paura, spaventi, contrarietà, vessazioni, collera, dispiaceri, lutti, delusioni, panico sono i sintomi cardine. Alla base dei tali sintomi depressivi sono spesso contrarietà o delusioni amorose, conflitti familiari, offese o rimproveri ingiustificati subiti, nonché indignazione repressa per lungo tempo.

Il soggetto che risponde bene al rimedio è ipersensibile, presenta sintomi paradossali e contraddittori; di carattere allegro, sotto stress o in caso di contrarietà diventa triste, sospiroso, facile al pianto, ha sbalzi d’umore, rimugina in solitudine a lungo; peggiora con la consolazione.

Soffre, inoltre, di tachicardia emozionale, tosse spasmodica e spasmofilia. I soggetti Ignatia sono persone “straziate e dilaniate” che presentano turbe funzionali spastiche e psichiche per forti emozioni, preoccupazioni o dispiaceri che considerano insormontabili.

Il rimedio trova indicazione in tutte le manifestazioni di natura isteriforme mutevoli e paradossali: globo isterico, sospiri, colite spastica, tossi spasmodiche ..ecc.

 

Natrum muraticum

E’ il Cloruro di sodio (NaCl) o sale marino componente essenziale cellulare, è un rimedio adatto alla depressione dopo stress affettivi o emotivi gravi e ripetuti dovuti a gravi dispiaceri e delusioni d’amore. Il rimedio Natrum muriaticum appartiene al Modello Reattivo Tubercolinico sottogruppo del modello Psorico, tipico dei soggetti con turbe nutrizionali come i bambini, gli adolescenti o i giovani adulti. ù

Il soggetto che risponde bene al medicinale è triste, scoraggiato, inquieto, non comunica, ma rimugina in continuazione i propri dispiaceri, cerca la solitudine e non ama essere consolato, ma soprattutto, non riesce ad esternare i suoi sentimenti.

L’aggressività repressa che si genera crea un eccesso di stress che a sua volta provoca la crisi depressiva con il suo corredo sintomatologico. A livello caratteriale il soggetto Natrum è irascibile, agitato, maldestro; magro (nella parte alta del corpo), pallido, freddoloso, molto riservato; soffre di forti cefalee pulsanti, può presentare alopecia e capelli grassi.

Altre indicazioni del medicinale sono: la convalescenza di malattie acute debilitanti, le turbe allergiche respiratorie (riniti, sinusiti, rinofaringiti) e cutanee (orticaria, acne, Herpes), le dispepsie o le stipsi ostinate.  

 

Phosphoricum acidum

Chimicamente è l’acido fosforico concentrato H3PO4. È il rimedio degli Shock affettivi conseguenti a gravi dispiaceri, lutti, delusioni amorose, affaticamenti intellettuali ed esaurimento psico-fisico.

Il soggetto che trova giovamento dal rimedio in questione è un individuo longilineo, con disturbi ossei legati alla crescita troppo rapida e possibile carenza di fosforo e calcio, che può presentare convalescenze lunghe e difficili dopo malattie debilitanti, o eccessivo affaticamento intellettuale (tipico degli studenti), che ha completamente esaurito le sue energie psico-fisiche e sviluppa una depressione reattiva. 

Il paziente Phosphoricum acidum è incapace di pensare, di svolgere un lavoro intellettuale; ha la memoria debole, soffre di sonnolenza diurna, presenta diarrea e forte sudorazione, grande astenia, soffre di cefalea occipitale o alla nuca con vertigini.

Le principali indicazioni di questo medicinale sono, inoltre: le cefalee degli adolescenti e degli studenti intellettualmente affaticati; le diarree acute o croniche con flatulenza e dilatazione addominale; le turbe della crescita ossea.

 

Sepia

Il medicinale Sepia deriva dal “nero di seppia”, ossia il liquido scuro emesso dall’animale in caso di pericolo; questo liquido è ricco di aminoacidi, taurina, oligoelementi ed enzimi.

Il rimedio è indicato in particolar modo per i soggetti che presentano disfunzione del sistema nervoso centrale e neuroendocrino, che si manifesta con una depressione reattiva caratterizzata dall’alternanza di una fase astenica depressiva caratterizzata da ipocondria, indifferenza per il proprio lavoro e i propri familiari, frigidità, ipotensione arteriosa, crisi di pianto e desiderio di solitudine; e di un’altra fase stenica con iperattività e/o irritabilità, collera con possibili atti violenti.

Il soggetto Sepia è spesso una donna apatica, insoddisfatta della propria vita familiare ed affettiva, indifferente a tutto, che si annoia e rifiuta la vita sociale. A periodi alterni, spesso nelle donne durante le mestruazioni o in menopausa, può manifestare crisi di collera incontrollate per futili motivi; frequente è anche la sensazione di pesantezza al piccolo bacino (per congestione venosa) e il senso di vuoto epigastrico, accompagnate o meno da nausee, con avversione per la vista e l’odori dei cibi; frequente è la presenza di vampate di calore intense e diffuse, come frequenti sono le emicranie soprattutto sinistre (lateralità tipica del medicinale).

La sindrome depressiva reattiva è tipicamente conseguente a situazioni ansiogene causata da contrarietà continue, delusioni, dispiaceri, gravi stress affettivi o secondaria al post-partum o alla menopausa.  Il soggetto Sepia desidera la solitudine, non vuole essere consolato e si isola facilmente, ha lo sguardo triste e piange mentre racconta di se; il colorito è pallido, gli occhi sono cerchiati; frequenti sono le lipotimie e le varici degli arti inferiori.

Altre indicazioni cliniche di Sepia sono: le patologie epato-digestive come dispepsie, discinesie biliari, stipsi, emorroidi e nausee gravidiche; le infezioni genito-urinarie (leucorree, micosi vaginali), prolasso uterino, dismenorree e frigidità; le patologie respiratorie come asma o bronchite cronica con espettorato giallo-verdastro; le patologie cutanee di tipo eczemiforme , l’Herpes tipo 1 - 2 e la Psoriasi.

 

Silicea

O silice colloidale anidra è un rimedio costituzionale molto importante, che si colloca fra il Modello Reattivo Psorico-Tubercolinico per la tendenza alle infezioni recidivanti e scarsa risposta ai medicinali e quello Sicotico per la cronicità delle infezioni ORL e la tendenza alla depressione in generale. Il soggetto Silicea è magro, debole, insicuro, ansioso e ipersensibile, pauroso e instabile; presenta una costituzione gracile accompagnata da una grande stanchezza fisica e mentale che si traduce in un esaurimento generale dell’organismo, con turbe dell’attenzione e della memoria, associata alla difficoltà di gestione dei propri progetti; possono coesistere turbe del sonno con risvegli improvvisi e sonnambulismo. In particolare i bambini e gli adolescenti di tipologia Silicea sono soggetti nervosi ed agitati, paurosi e timidi, che presentano ritardo staturo-ponderale e spesso soffrono di cefalee croniche occipitali e di affaticamento intellettuale.
La depressione caratteristica di Silicea è quindi, legata all’esaurimento dell’energia vitale e alla scarsa autostima del soggetto, che si sente provato e scoraggiato per affrontare la vita.
 A livello somatico Sepia presenta tendenza alle infezioni recidivanti delle mucose ORL (otiti, riniti, rinofaringiti e angine), dell’occhio (orzaioli), dell’apparato respiratorio (bronchiti, pleuriti, silicosi etc.), cistiti e uretriti recidivanti; rachitismo, stipsi atoniche e parassitosi intestinali.

 

Pulsatilla

O Anemone Pulsatilla erba perenne della famiglia delle Ranuncolacee è dal punto di vista fitoterapico un rimedio antispastico, antinevralgico, emmenagogo e sedativo. La sperimentazione patogenetica e l’osservazione clinica omeopatica ha permesso di vedere come le azioni principali di Pulsatilla si esplichino sulle mucose respiratorie e digestive, sull’apparato genitale, sul sistema venoso e sull’umore.
Il soggetto Pulsatilla, piange spesso per futili motivi o mentre racconta i suoi problemi, è un soggetto molto timido, fortemente emotivo e bisognoso d’affetto, ansioso soprattutto delle novità, dall’umore mutevole, è molto insicuro e cerca negli altri la consolazione, il conforto e la comprensione.
Questi soggetti sono persone con molte contraddizioni, generalmente timide ed amabili, cercano l’attenzione altrui, ma a volte diventano sospettose ed anche gelose e colleriche. 
Le principali indicazioni cliniche di Pulsatilla si inseriscono in quadri sintomatologici mutevoli come il loro umore: affezioni respiratorie (raffreddori, rinofaringiti, bronchiti catarrali); affezioni digestive con dispepsie e intolleranza ai grassi, coliche intestinali, alternanza di stipsi e diarrea; affezioni ginecologiche con disturbi mestruali nelle donne (sindrome pre-mestruale, leucorrea); affezioni del sistema venoso (congestione e la stasi venosa con varici); affezioni cutanee (rash cutanei morbilliformi, orticaria) e malattie infettive quali morbillo, rosolia e parotite. 

 

Thuya occidentalis

O “albero della vita”è una pianta della Famiglia delle Cupressacee molto diffusa e coltivata a scopo ornamentale. La sua patogenesi è quella del Modello Reattivo Sicotico in cui sono caratteristici la formazione di tumori benigni, l’inibizioni adiposa dei tessuti, le infezioni croniche delle mucose ORL, respiratorie, digestive e genitali, con insorgenza lenta e progressiva dei sintomi e una tendenza generale alla depressione secondaria.

Il soggetto Thuya è robusto o “infiltrato” con le gambe gracili, la pelle grassa e unta, con verruche disseminate; è introverso, soffre di senso di inferiorità e non ama parlare di sé, inoltre maschera i suoi sentimenti e presenta spesso una nevrosi di tipo ossessivo con fissazioni persecutorie e idee fisse; teme fortemente le malattie ed i tumori.

Presenta spesso una depressione reattiva/secondaria alla cronicità dei suoi disturbi.

Questo rimedio viene generalmente prescritto per le depressioni reattive su base psicosomatica. Altri sintomi tipici del rimedio sono disturbi dermatologici (verruche, papillomi, acne giovanile etc.), patologie conseguenti a vaccinazioni, antibioticoterapie o contraccettivi orali, ipertrofia prostatica, poliposi vescicale, infezioni urinarie croniche, nevralgie e cenestesie.

 

L’Agopuntura nella terapia della depressione 

La depressione in Medicina Tradizionale Cinese (MTC), non viene intesa come in Occidente come una patologia ben definita e classificata, ma viene più facilmente identificata con un particolare stato di pena dello Spirito (Shen), coincidente con il nostro “malessere esistenziale” o “male di vivere”, dove tutte le variazioni emotive e le frustrazioni hanno un significato patologico, sono cioè dei fattori patogeni di tipo endogeno che aggrediscono l’individuo nella sua globalità.

Le variazioni dell’umore, infatti, sono responsabili di un’alterazione dell’equilibrio emotivo, che provoca il ristagno e il rallentamento dei principali fattori vitali dell’organismo e, quindi, delle principali energie circolatorie: in particolare del Qi o energia vitale immateriale e di Xue o energia materiale o “sangue”.

Bisogna inoltre sottolineare come in MTC lo Shen è più propriamente inteso come l’aspetto mentale, psichico, spirituale che muove e anima unitariamente l’uomo attraverso l’azione armonica e congiunta di diverse componenti, le emozioni fra cui rientrano lo stesso Shen o spirito o coscienza vitale - Hun o anima spirituale - Po o anima corporale - Yi o riflessione, proposito - Zhi o volontà, con le loro relative localizzazioni, come ad esempio il fegato, ove risiedono gli Hun, esso è correlato alle tensioni emotive e alla collera; la milza (Yi) trova corrispondenza nella riflessività e le sue alterazioni sono le ossessioni. Il cuore è invece, l’organo imperatore, sede dello Shen, che domina le emozioni e la gioia è la sua emozione principale; Il rene, sede degli Zhi è l’organo collegato agli shock emotivi e ad emozioni come paura o terrore ; infine Il polmone, sede dei Po è legato al sentimento della tristezza.    

Secondo la MTC, l’esasperazione di uno stato emotivo provoca, quindi, un disequilibrio energetico dell’organo al quale il sentimento corrisponde. Così l’ansia, la paura, la collera, la tristezza etc., si manifestano con un’alterazione del flusso energetico, provocando cioè un deficit energetico dell’organo di riferimento, rendendolo più vulnerabile alla patologia.

Possiamo fare il caso, ad esempio, della collera, che se protratta nel tempo porta all’alterazione della funzione emotiva corrispondente all’organo collegato, ossia il fegato. Infatti il soggetto che trascende facilmente è incapace di controllare se e le sue emozioni: la collera così degenera manifestando sintomi oggettivi quali: irritabilità, depressione, sospiri e dolori agli ipocondri per blocco della funzione epatica di drenaggio, dovuto al ristagno di Qi di fegato e risalita dell’energia in eccesso (Yang) verso l’alto.

L’organismo umano deve essere inteso sempre nella sua totalità, corpo e mente non sono due entità separate, ma risentono degli squilibri energetici l’uno dell’altro, con conseguenze spesso non ben prevedibili in organi viciniori, come ad esempio, il coinvolgimento di stomaco e milza nel protrarsi della stasi di Qi di fegato può portare a alla produzioni di catarri con ripercussioni sullo shen accompagnati da sintomi quali nausea e vomito e palpitazioni o a danni diretti per malnutrizione dello Shen per produzione di fuoco e così via.

Diventa dunque di fondamentale importanza riportare al più presto l’equilibrio energetico all’interno dell’organismo colpito da tali squilibri.

L’agopuntura è la pratica della MTC, che può più agevolmente ristabilire il corretto flusso energetico nei vari organi tramite l’utilizzo di appropriati punti dei meridiani, le strutture di trasporto dell’energia nel corpo. Agendo, infatti, sugli agopunti dei meridiani corrispondenti all’organo interessato da deficit energetico, è possibile ripristinare l’equilibrio energetico dell’intero organismo e tale attività potrà essere svolta solo da un medico agopuntore esperto, in base all’anamnesi raccolta e all’accurata visita effettuata sul paziente.

Possiamo, infine, esemplificare alcuni agopunti più frequentemente utilizzati nelle varie condizioni patologiche depressive in base alla loro origine:
 1.   Stasi di Qi che si trasforma in fuoco: LV2-3, CV17, HT7, GB43.
 2.   Stasi di fegato: LV2-3-14, CV 12-17, GB34, SP4, ST36. 3.   Stasi di Qi e produzione di catarri: LV3, CV12-17, HT7, LU7, SP6, ST40.
 4.   Deficit di Qi di cuore e milza: BL15-20, HT7, PC6, SP6, ST36.
 5.   Deficit di sangue di cuore e malnutrizione dello Shen: BL15-17, CV12-17, GV26, HT7, PC6, SI1, SP6-10. A cui vanno aggiunti gli agopunti specifici per ogni singolo paziente, perché come in tutte le Medicine Complementari, anche per l’Agopuntura la personalizzazione delle cure è la scelta terapeutica più valida, che non può prescindere, come più volte ricordato, da una conoscenza approfondita della psicologia e del vissuto del paziente.      


BIBLIOGRAFIA 
 
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