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Una seduta di massaggio: scegliere di farsi toccare

Il nostro bisogno di essere in contatto e stringersi a un altro essere umano è un bisogno strutturale. Essere toccati è una faccenda molto delicata. Mettersi nelle mani di qualcuno, ancora di più. Cosa significa sottoporsi a un massaggio...

Una seduta di massaggio: scegliere di farsi toccare

Cos'è il contatto? Prima di tutto, c'è da capire se si parla di un contatto visivo o verbale. O tattile, come nel caso di una seduta di massaggio, dove toccare è quasi sempre stabilire un contatto molto profondo.

 

Cosa avviene durante una seduta di massaggio

Il massaggio è una forma codificata di contatto fisico, basata su una tecnica precisa, che varia a seconda della formazione di la chi esegue. Definizione corretta. Ma insufficiente, non possiamo accontentarci. Durante una seduta di massaggio entrano in ballo tantissimi altri fattori che appartengono al grande universo della dimensione emotiva.

Non si tratta solo di frizionamenti energici sulla pelle; c'è dietro un trasporto, un afflato che passa dalle mani e arriva direttamente in profondità. Ovvio, il massaggio puramente estetico o blandi massaggi ad azione linfodrenante hanno scopo e natura diversa, ma se prendiamo tecniche come lo shiatsu, il massaggio ayurvedico, ci accorgiamo di quanto il massaggio sia un atto di amore, inteso come trasferimento di energia.

 

Profondità che il massaggiatore può raggiungere

Quando la massaggiatrice o il massaggiatore vanta una solida formazione e ha appreso in profondità, ovvero interiorizzato, la tecnica di massaggio, i passaggi predefiniti possono subire variazioni in favore di una nota personale che si assesta sull'ascolto di chi riceve la terapia. Il massaggiatore dovrebbe stabilire un contatto, percepire un eventuale disagio, creare un ponte emotivo, sentire che quel che sta facendo non è solo qualcosa che va verso l'esterno.

In definitiva, il terapeuta sente un ritorno, di qualsiasi natura esso sia. E fare questo significa e presuppone l'essere in ascolto (non è così ovvio). Lo scambio va ben oltre la fisicità del tocco, le mani vengono guidate dalla tacita richiesta del paziente e si lasciano guidare da risposte non verbali che variano di istante in istante.  

 

Limiti che il massaggiatore deve conoscere

Durante una seduta di massaggio avviene uno scambio a tutti gli effetti: il massaggiatore è artigiano di gesti che il paziente richiede per potersi avvicinare alla guarigione, al sollievo, all'appagamento. Capita che in questa relazione il massaggiatore vada ad aprire varchi molto delicati, "luoghi" dove si sono annidati dolori o emozioni profonde. Il ventre è un potenziale "nido"; le spalle, i piedi, le mani, la fronte, sono tutti serbatoi di emozioni in potenza. Tutte le parti del corpo in realtà lo sono, dal momento che l'approccio è olistico.

Il massaggiatore tiene le redini, doma, gestisce, con un tipo di controllo che è elastico, duttile. Il rapporto è delicato perché il terapeuta né deve lasciarsi sopraffare dal mondo interiore dell'utente che riceve il massaggio, né deve scaraventare su questi i fantasmi del bambino interiore (il contatto richiama il primo rapporto fatto di corpo, quello tra madre e figlio) che si può risvegliarsi anche in chi compie la seduta.

Questo è un rischio insito in tutte le terapie; quanto più è soldio il mondo interiore dlel terapeuta, quanto più è corroborato dall'esperienza, tanto meglio sarà per chi riceve quel dono prezioso che è la cura. Ragionamento più che valido nella fattispecie, tanto più che il massaggio è un vero e proprio, letterale "mettersi nelle mani di qualcuno".  

Immagine | Steven Depolo