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Insonnia e ipnosi

Le sabbie mobili dell'insonnia funzionano all'inverso: più si desidera sprofondare nel sonno, più si rimane a galla. L'ipnosi può aiutare?

Insonnia e ipnosi

L'insonnia

L’insonnia è un disturbo del sonno in cui la persistenza di un pensiero ricorrente provoca un sonno non riposante o addirittura impedisce di addormentarsi. Questo disturbo assume la caratteristica di un’abitudine, agendo ogni qualvolta ci si prepara per dormire, seppure molto stanchi. La mente, invece di acquietarsi, si attiva. 

I fattori che possono indurre questo stato sono diversi. I più comuni sono l’alimentazione, l’alcool, le abitudini, lo stato emotivo e lo stress, l’ambiente e i suoi cambiamenti, l’umore, le preoccupazioni e via dicendo. 

I rimedi per l'insonnia che tradizionalmente si provano possono aiutare, ma a volte non sembrano sortire effetti rilevanti. Il ripetersi di dormire peggiora la situazione; l’alzarsi per bere una tisana, leggere un libro, uscire a prendere una boccata d’aria aggirano temporaneamente il problema, che riprende a manifestarsi una volta coricatisi nuovamente. Nonostante il soggetto osservi scrupolosamente ogni pratica igienica del buon sonno, l’insonnia continua. In certi casi, l’assunzione di valeriana e altre erbe può aiutare ma può non essere risolutiva. Lo stesso vale per la riduzione di stimolanti come la caffeina e l’eliminazione dei sonnellini pomeridiani. Anche condurre un’attività fisica estenuante non combatte il fenomeno. Più si desidera sprofondare nel sonno, più si rimane a galla. Il contrario delle sabbie mobili. 

Dopo averle provate tutte, forse è il caso di considerare il trattamento dell'insonnia con l'ipnosi

 

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Il trattamento dell'insonnia con l'ipnosi

Storicamente, l’ipnosi è stata spesso accostata al sonno, sebbene sia due cose ben differenti. 

Generalmente, ipnosi e insonnia (o sonno) entrano in contatto già durante le terapie ipnotiche di “routine”. Infatti, un miglioramento della qualità del sonno viene registrato da pazienti che si sottopongono a terapie ipnotiche come un effetto “collaterale” dell’ipnosi

Una volta condotti degli esami presso una clinica del sonno e dopo aver escluso cause somatiche dell’insonnia, si può ricorrere all’ipnoterapia come metodo alternativo. Il metodo utilizzato dall’ipnotista consiste nel far riconoscere al soggetto uno stato di rilassamento profondo, rendendolo in grado di riprodurlo in seguito tramite l’autoipnosi o segnali post-ipnotici. Una volta imparato a riprodurre lo stato della seduta ipnotica tramite auto-ipnosi, il soggetto condurrà la propria mente a uno stato di trance che evolverà in un sonno naturale. 

Il rapporto tra ipnosi e insonnia ruota tutto intorno a un rilassamento progressivo indotto, basato sul respiro. Il metodo è il seguente: sdraiarsi a letto, nella posizione in cui si è soliti dormire, chiudere gli occhi e respirare profondamente per tre volte. La concentrazione deve avvenire unicamente sul respiro, focalizzandosi sull’aria inspirata ed espirata. Conclusi i tre respiri, bisogna rimanere nella stessa posizione, concentrandosi sempre sul respiro che deve rimanere costante e senza modificazioni. Dopo un ciclo di quindici giorni, in cui questa tecnica verrà ripetuta, il normale ritmo del sonno verrà ristabilito.

Molti soggetti riscontrano benefici già dalle primissime sedute. Altri soggetti riscontrano benefici nella sfera del sonno utilizzando altre tecniche, come l’immaginazione guidata o delle registrazioni audio. L’aspetto fondamentale è la riduzione dell’eccitazione e il raggiungimento di un sano stato di rilassatezza. L’approccio ipnotico indotto è utile nell’addestrare il soggetto a creare la trance e a saperla riprodurre nel proprio ambiente domestico. 

 

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Immagine | Nicolapetrara