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Insonnia e disturbi del sonno in menopausa

Molte donne lamentano disturbi del sonno in concomitanza della menopausa. Insonnia, sindromi dolorose, roncopatie sono i cambiamenti più frequenti che avvertono e la notte spesso diventa lunga e faticosa.

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L’insonnia da menopausa esiste ed è un disturbo con caratteristiche ben specifiche rispetto allo spettro delle insonnie perché la fisiologia del sonno nella donna è unica ed è influenzata da variazioni ormonali nei periodi di:

 

I disturbi del sonno, dunque, possono potenzialmente accompagnare la donna in divere fasi della sua vita. Ne parliamo con Enrica Bonanni, neurologa e psichiatra, medico universitario del Centro di Medicina del Sonno, della UO di Neurologia del Santa Chiara a Pisa e membro dell’Associazione italiana medicina del sonno (Aims).

 

 

Variazioni ormonali nell’insonnia da menopausa

Le fluttuazioni ormonali sessuali durante specifiche fasi riproduttive sono correlate a una maggiore suscettibilità delle donne a sviluppare disturbi del sonno sortendo effetti diversi a seconda dei livelli di estrogeni e progesterone.

 

“Estrogeni e progesterone sono ormoni sessuali prodotti in prevalenza dalle gonadi, ma anche a livello cerebrale e promuovono molti fattori come l’identità di genere, l’orientamento sessuale, alcuni aspetti cognitivi fino a incidere sulla prevalenza di disturbi neurologici e psichiatrici così come possono determinare una maggior prevalenza di disturbi depressivi, demenza e, appunto, insonnia – chiarisce la neurologa e psichiatra -. In particolare:

  • Progesterone e alloprogesterone: abbiamo prova di effetti farmacologici ad azione ansiolitica, anticonvulsivante e ipnotica. Sono neurotrasmettitori eccitatori e influiscono sul comportamento.
  • Estrogeni: a livello cerebrale ossigenano e forniscono nutrimento al sistema nervoso rallentando i processi di deterioramento delle cellule. Gli estrogeni promuovono il sonno ma anche la memoria e le attività limbiche coinvolte nella regolazione delle emozioni.

 

Recettori degli estrogeni e del progesterone sono attivi nella regolazione del sonno / veglia ma per conoscere le cause e intervenire sul sonno della donna in menopausa va fatto un lavoro lungo, valutare gli aspetti che interferiscono in questa età ma non solo: le componenti psicosociali hanno una responsabilità importante e va tenuto conto dei traguardi sociali, della complessità di vita famigliare, delle abitudini, buone o cattive, che ci si porta dietro da tempo”.

 

Prevalenza dell’insonnia nella donna in perimenopausa e menopausa

Una delle raccolte dati che è tuttora riferimento per molti studi è la ricerca dello Sleep in America poll della National sleep foundation dedicata alla salute del sonno della donna. 

 

“In questo lavoro emerge che nella perimenopausa, menopausa e post menopausa (target femminile dai 40 ai 60 anni) il 59% delle donne ha manifestato disturbi d’insonnia per alcune notti a settimana, il 43% delle donne ha riportato sintomi di disturbi del sonno come apnee notturne e sindrome delle gambe senza riposo mentre il 20% ha accusato vampate di calore e sudorazione notturna” chiarisce la referente del Centro di Medicina del Sonno, della UO di Neurologia del Santa Chiara, Pisa.

 

“Ancora, nel post menopausa aumenta il numero di donne che dorme meno ore con un peggioramento dei sintomi nelle donne con menopausa precoce. La correlazione con la caduta dei livelli di estradiolo, ormone del gruppo degli estrogeni, comporta infatti una perdita di sonno più grave”. 

 

Altri fattori condizionano la donna in questa fase della vita. “Con la senescenza dell’asse ipotalamo-ipofisi si assiste all’insorgenza di disturbi vasomotori come la sudorazione notturna e le vampate di calore e la
 elazione con l’insonnia è di tipo biunivoco – aggiunge Bonanni –. Ciascun sintomo può influenzare l’altro.  L’ansia e la depressione aumentano in percentuale nella popolazione femminile intorno ai 50 anni e l’età stessa è elemento di modificazione del sonno in quanto in uomini e donne si riduce il numero di ore di sonno notturno con l’aumento di sonnellini pomeridiani.

 

Lo stress assume una sua rilevanza in questo periodo della vita in quanto anche la reattività allo stress è influenzato dai cambiamenti ormonali così come con l’avanzare dell’età è dimostrato l’aumento generalizzato di disturbi medici e nella popolazione femminile di insorgenza di fibromialgia, incontinenza urinaria, nicturia e reflusso gastroesofageo”.

 

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Igiene del sonno e insonnia da menopausa

Agli elementi che fisiologicamente caratterizzano il buon sonno della donna dopo i 40 anni vanno aggiunti fattori ambientali e comportamentali che sempre più rientrano tra le abitudini inconciliabili con un buon sonno. “Tra queste – precisa Bonanni –:

  • I sonnellini pomeridiani che alterano una regolarità del sonno
  • Avanzamento o slittamento delle ore di sonno notturno
  • Disturbi ambientali come russamento del partner o dispositivi accesi durante la notte
  • Assunzione di alcol e caffè alla sera
  • Apnee notturne nella donna
  • Problemi psicosociali e ansie sul futuro

 

A sua volta l’insonnia da menopausa è in rapporto causale al peggioramento di comorbidità come ipertensione, malattie cardiovascolari in genere ed esposizione a rischio di aterosclerosi carotideo. Ancora, essere insonni in un periodo dai 50 – 60 anni predispone a disturbi della memoria e all’insorgenza dell’Alzheimer decenni dopo”.

 

Diagnosi per l’insonnia da menopausa

La prima azione terapeutica per l’insonnia da menopausa è la formulazione di una corretta diagnosi. “Fare ordine tra le proprie abitudini e il proprio stato di salute e capire in che modo influenzano il sonno sono di grande aiuto – nota la referente Aims –. La polisonnografia è lo strumento diagnostico più efficace ma è impensabile poterlo proporre  a tutte le persone insonni sul territorio nazionale in quanto va eseguito esclusivamente presso strutture autorizzate per questo è possibile ricorrere ad alternative:

  • L’actigrafo permette una indagine strumentale che può, attraverso l’utilizzo di un apparecchio da polso, registrare le attività di sonno veglia.
  • Il Diario del sonno che il paziente compila in autonomia registrando per almeno 15 giorni consecutivi le proprie attività e le ore di risposo. Questo lavoro permette al paziente di prendere coscienza della sua situazione e di partecipare più consapevolmente alle terapie per guarire la propria insonnia.

 

Il percepito di un disturbo da insonnia, infatti, non sempre coincide con l’effettiva situazione clinica”.

 

Terapie per l’insonnia da menopausa

Le strategie per innescare un nuovo approccio al sonno agiscono a più livelli e sono gestite, generalmente, insieme a figure esperte che accompagnano il paziente. 

 

“I principali interventi comprendono – spiega la neurologa -:

  • Rilassamento. Il rilassamento muscolare progressivo, il training autogeno e il biofeedback puntano a ridurre la tensione muscolare e altri tipi di arousal fisiologico mentre il training immaginativo, la meditazione, lo stop del pensierosono alcuni dei metodi usati per contrastare l’arousal cognitivo. Prima di ogni attività di rilassamento sarebbe bene instaurare un rituale di accompagnamento all’addormentamento (indossare il pigiama, lavare i denti e altre piccole routine da mantenere nel tempo).
  • Igiene del sonno. Una parte di questa attività riguarda il controllo dello stimolo e comprende: andare a letto solo quando si ha sonno, non in altri momenti della giornata; usare il letto e la camera da letto solo per dormire e non associarli ad altre attività di veglia; alzarsi dal letto se non si riesce a dormire nel giro di una quindicina di minuti e svolgere in altra stanza un’attività tranquilla come leggere; alzarsi alla stessa ora ogni mattina per ristabilire i ritmi circadiani; evitare i sonnellini pomeridiani, anche se si accusa la stanchezza di una notte in bianco.
  • Ristabilire un approccio positivo. Non attribuire all’insonnia i propri comportamenti disadattivi e non prefigurarsi future notti insonni, non catastrofizzare il proprio disturbo".

 

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Prodotti per l’insonnia da menopausa

Come curare l’insonnia da menopausa con i farmaci? L’esperta ne rileva diverse tipologie:

  • Terapia ormonale sostitutiva e insonnia da menopausa: nella donna che non ha particolari problemi di salute o grossi fattori di rischio vascolare, la terapia sostitutiva farà bene contro i sintomi dell’insonnia, della depressione e dell’osteoporosi. Si tratta di una terapia che si potrà seguire per qualche anno, non per sempre, ma con buoni livelli di successo.
  • Ipnotici per l’insonnia da menopausa: agiscono su una parte dei ricettori del Gava, sono selettivi e agiscono con efficacia nell’insonnia iniziale (zolpidem) e nell’insonnia terminale (eszopiclone). Si tratta di farmaci da prescrizione da utilizzare per 4 settimane mentre si instaurano nuove abitudini al sonno.
  • Antidepressivi per l’insonnia da menopausa: nella medicina del sonno gli antidepressivi sono utilizzati anche in persone non depresse in quanto a basso dosaggio agiscono sui recettori del sonno. Studi hanno dimostrato che questi farmaci (ad esempio paroxetina, venlafaxina) agiscono anche sui sintomi delle vampate di calore e della sudorazione notturna.
  • Melatonina per l’insonnia da menopausa: è stata riscontrata una diminuzione dei livelli di melatonina con l'invecchiamento e in particolare, dopo la menopausa il periodo di secrezione è più corto. Generalmente per l’utilizzo contro l’insonnia si fa riferimento al farmaco a lento rilascio in quanto le melatonine a rilascio immediato provocano un rapido picco plasmatico di melatonina nel sangue e sono rapidamente metabolizzate.

 

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L‘intervistata è Enrica Bonanni, neurologa e psichiatra, medico universitario del Centro di Medicina del Sonno, della UO di Neurologia del Santa Chiara a Pisa e membro dell’Associazione italiana medicina del sonno (Aims).

 

L'Aims dispone di specialisti e centri per il sonno su tutto il territorio nazionale.

 

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