Disturbi e Malattie del Sonno: definizione e sintomi

Il sonno può essere perturbato da cause ambientali, disturbato da abitudini sbagliate, e ammalato da patologie psichiche, fisiche e chimiche. Ogni causa deve essere studiata in modo attento per poter trovare il giusto rimedio. 

>  1. Disturbi del ciclo sonno-veglia

>  2. Disturbi respiratori del sonno

>  3. Parasonnie

>  4. Ipersonnie

>  5. Narcolessia

>  6. Insonnia

Disturbi e malattie del sonno

 

 

Disturbi del ciclo sonno-veglia

Il sonno rientra tra le funzioni contemplate in un ciclo circadiano. In condizioni normali, in cui il soggetto è sano, nella possibilità di svolgere un attività diurna e di dormire nelle ore notturne, il sonno si concilia con l’alternanza buio-luce, grazie ad un orologio biologico endogeno che cronometrandosi con l’orologio esterno stabilisce il giusto ritmo nictemerale.

Tale orologio biologico è posizionato nel nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo e attraverso la percezione luce-buio della vista trasmette un messaggio alla ghiandola pineale preposta alla secrezione della melatonina per la regolazione del sonno. Non sempre però tutto avviene nei giusti tempi e rispettando l’ordine dei processi, a causa di modificazioni esogene, per lo più ambientali o di difficoltà di allineamento tra orologio biologico e orologio solare.

  • Sindrome del ritardo di fase (DSP): è considerata una forma di dissonnia, l’individuo in questo caso tarda a prendere sonno (un paio d’ore dopo essersi coricato) fatica a svegliarsi al mattino. Il suo orologio biologico risulta “in ritardo” rispetto a quello esterno. La DSP può rappresentare un serio problema per coloro che non possono continuare a dormire liberamente fino ad orari protratti, ma devono alzarmi per recarsi al lavoro o a scuola. Infatti nell’arco della giornata potrebbero soffrire di sonnolenza, profonda stanchezza e cali energetici. I cronotipi serotini, coloro i quali tendenzialmente amano continuare la loro attività fino a orari tardivi, possono essere soggetti a rischio di DSP.
  • Sindrome dell’anticipo di fase(ASP): anche questa dissonnia prevede un disallineamento dell’orologio biologico interno con quello solare. L’individuo in questo caso è soggetto ad addormentarsi molto presto la sera e a svegliarsi altrettanto prematuramente al mattino. E’ un comportamento tipico del cronotipo allodola, che potrebbe non creare particolari problematiche, poiché anche tutte le fasi del sonno risultano anticipate ma correttamente articolate. Se però gli impegni sociali scandiscono i ritmi di soggetti affetti da ASP, la sindrome può creare sbalzi nel ritmo sonno-veglia, difficoltà di concentrazione nelle ore tardo pomeridiane, sonnolenza anticipata, cattiva qualità del sonno, poiché il cronotipo mattutino tende a svegliarsi comunque presto, malgrado possa essere costretto a coricarsi tardi, con un conseguente depauperamento delle ore di sonno.
  • Sindrome del Jet-lag: in questi casi vi è una totale desincronizzazione degli orologi interni ed esterni, dovuti al passaggio attraverso uno o più fusi orari. L’orologio esterno si modifica, anticipandosi o posticipandosi di alcune ore, l’orologio interno non trova riscontro esterno delle sue aspettative cronologiche e il ritmo sonno-veglia non è più allineato a quello notte-giorno. Per assorbire il cambiamento e riarmonizzarsi con il ciclo naturale, generalmente sono necessari alcuni giorni.
  • Sindrome dei Turnisti: il ritmo circadiano del sonno non risponde più al ciclo luce-buio, ma ai turni di lavoro. Può instaurarsi un modello di coping, ovvero di adattamento laddove gli orari di lavoro mantengano una loro programmaticità fissa: per esempio il fornaio lavorerà sempre di notte quindi il suo orologio biologico si “setterà” su questo ritmo. Per coloro i quali invece sono soggetti a cicli di turno a rotazione (notte, pomeriggio, mattino presto) è molto più difficile trovare un equilibrio che garantisca una buona qualità di sonno e la giusta quantità. Infatti chi svolge una professione che prevede la rotazione di turni è soggetto ad ansie, preoccupazioni spesso legate semplicemente agli orari, ma che rivoluzionano la giusta percezione cronologica. Questo incide sul sonno e sulla qualità della veglia, con conseguenze come sonnolenza diurna, deficit cognitivi con cali dell’attenzione, calo della memoria di lavoro, irritabilità.

 

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Disturbi respiratori del sonno

Sindrome delle apnee notturne ostruttive (OSAS). Le persone che ne soffrono sono soggette a frequenti interruzioni della respirazione durante il sonno, con conseguenti risvegli, non sempre percepiti, in condizione di carenza di ossigeno, secchezza delle fauci. Generalmente il russamento accompagna queste manifestazioni che sono dovute alla chiusura inspiratoria delle vie aeree a livello faringeo. La presenza di apnee ha come conseguenza una riduzione dell’apporto di ossigeno nel sangue, ipertensione arteriosa, battito cardiaco irregolare, cefalee. I medici consigliano di dormire di lato e di evitare la posizione supina. Spesso questa sindrome si accompagna ad una condizione di obesità. La qualità e la quantità del sonno sono quindi fortemente compromesse e la salute fortemente messa a rischio.

 

Parasonnie

Le parasonnie sono caratterizzate da fenomeni fisici e movimenti che avvegono durante il sonno o nelle sue transizioni fasiche.

  • Bruxismo: digrignamento dei denti durante il sonno. Porta a disturbi temporo-mandibolari, cefalee, affaticamento.
  • Pavor notturno o terrore nel sonno: sono fenomeni onirici che coinvolgono il fisico. Sensazioni di cadere, di dover scappare, di urlare spesso con l’incapacità di  farlo. Episodi di pavor notturno possono generare tachicardia, sudorazione eccessiva, stordimento.
  • Sonnambulismo: si può manifestare durante il sonno N-REM ed è più comune nei bambini. E’ caratterizzato dallo svolgimento di azioni tipiche della veglia ma in uno stato di addormentamento. E’ difficile svegliare un soggetto in sonnambulismo, perché risulterebbe molto confuso, in certi casi anche violento.
  • Sindrome delle gambe senza riposo (RLS): è dato dall’irrefrenabile necessità di muovere continuamente le gambe una volta che sono a riposo, perché affette da dolori, crampi, bruciori. Questo avviene anche durante il sonno, interrompendolo più volte. Generalmente il fastidio alle gambe si attenua facendo movimento, camminando. Le cause possono essere ascritte al basso apporto di ferro al cervello, o disequilibrio metabolico del ferro (Il cervello utilizza il ferro per produrre dopamina, che ha la funzione di controllare i movimenti corporei). Disfunzioni come l’insufficienza renale, il diabete, il morbo di Parkinson, l’artrite reumatoide, ma anche lo stato di gravidanza possono influire sull’insufficiente quota di ferro al cervello.

 

Ipersonnie

Le ipersonnie corrispondono a lassi di tempo dedicati al sonno di molto superiori alle ore considerate standard (7-8 ore). Il soggetto che ne soffre è sempre affetto da sonnolenza diurna, numerosi sbadigli, spossatezza, desiderio di dormire, scarsa concentrazione.

  • La sindrome di Kleine-Levin rientra fra le ipersonnie ed è caratterizzata da disturbi cognitivi e del comportamento. Si riscontra principalmente nei soggetti maschi tra i 10 e i 20 anni ed è caratterizzata dalla necessità incontrollabile di coricarsi e dormire. Nello stato di veglia si presentano difficoltà nell’eloquio, agitazione. Questa condizione può durare da un giorno ad alcune settimane, tali episodi possono ripresentarsi occasionalmente fino ad una definitiva remissione.
  • L’ipersonnia idiopatica vede come sintomo una durata complessiva di sonno di almeno 10 ore, difficoltà a destarsi, continua sonnolenza durante il giorno. Colpisce sia uomini sia donne e in genere si manifesta entro i 25 anni.

 

Narcolessia

Un soggetto narcolettico soffre di continua sonnolenza diurna, tanto che il suo organismo necessita di dormire almeno ogni due ore. Particolari emozioni e la loro manifestazione, come rabbia, imbarazzo ma anche eccesso di risata possono causare cataplessia, totale perdita delle forze. Spesso è vittima di allucinazioni o sogna ad occhi aperti.

 

Insonnia

Per insonnia si intende un sonno molto scarso in qualità e quantità, con difficoltà ad addormentarsi, risvegli prematuri al mattino e sonno poco ristoratore.

Si distinguono due livelli di insonnia: “Livello 1-sintomi notturni” e “Livello 2–sintomi notturni e diurni”. Quest’ultimo vede manifestarsi anche nell’arco della giornata peculiarità da insonnia, quali sonnolenza, stanchezza, affaticamento, scarsa concentrazione. La durata dei periodi di insonnia ne connota la tipologia:

  • Occasionale se si limita solo a certi periodi, spesso legati a situazioni esterne stressanti;
  • Acuta se si protrae non oltre 3 settimane e può essere risolta con qualche rimedio naturale;
  • Cronica se perdura oltre un mese, per la quale è bene ricorrere a una terapia.

Le cause dell’insonnia possono essere classificate in

  • Primarie (per soggetti che non presentano nessuna patologia scatenante);
  • Secondarie (per soggetti affetti da malattie fisiche o da disturbi psichici).

In base momento in cui il disturbo si rende manifesto, l’insonnia si distingue in 

  • Iniziale: si fatica a prendere sonno al momento in cui ci si corica.
  • Centrale: il sonno viene interrotto da numerosi risvegli con difficoltà a riaddormentarsi.
  • Terminale: il risveglio mattutino è molto precoce.

 

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