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Cibo (non solo fritto!) e tradizioni di Carnevale

Eccoci a febbraio, il mese pazzerello del Carnevale: tra cibo e tradizioni, ecco un paio di ricette di dolci originali e senza frittura!

Cibo (non solo fritto!) e tradizioni di Carnevale

Eccoci arrivati al mese del Carnevale, caratterizzato, come vorrebbe l'antico calendario liturgico cattolico-romano, da uno smodato godimento di cibo, di bevande e di piaceri legati alla carne.

Era soprattutto una festa per le genti delle classi meno abbienti, che al tempo dei Saturnali romani si divertivano, tra maschere e travestimenti, a celebrare il nuovo anno. Poi di nuovo la Quaresima, con il suo momento di astinenza, morigeratezza, sobrietà e digiuno. Da dicembre ad aprile un susseguirsi insomma di giorni all'insegna del disequilibrio alimentare!

Oggi il Carnevale è rimasto per molti la festa dei colori, dei coriandoli, delle maschere, e resta ancora anche la festa dei piaceri culinari: in Italia ogni zona a ha la sua particolare tradizione e il suo cibo unico da offrire, vediamone insieme qualcuno, rivisitato anche in versioni - possibilmente - più light!

 

Animali e ravioli in Sardegna

Il Carnevale in Sardegna è altrettanto affascinante: combina la tradizione delle ancestrali maschere antropomorfe e zoomorfe, che rievocano riti misteriosi, danze propiziatorie e un rapporto stretto tra uomo e animale.

Noto è il Carnevale a cavallo di Oristano e quello di Santulussurgiu, nei quali i cavalieri mostrano il loro valore sfidandosi in corse temerarie per i centri cittadini. Vediamo qui cosa si mangia di tradizionale.

 

Culingiones, i ravioli dolci nella versione light

Ingredienti per circa 40 ravioli, per la pasta:
> 50 grammi di burro (sostituibile con olio extravergine d'oliva),
> 60 grammi di zucchero,
> un uovo 100 ml di latte,
> un pizzico di sale,
> 300 grammi di farina,
> la scorza grattugiata di un limone,
> semi di un baccello di vaniglia o una bustina di vanillina.

 

Per la farcitura:
> 500 g di mandorle dolci tritate,
> 175 g di zucchero semolato,
> 1 albume,
> acqua di fiori di arancio, un pizzico di sale mescolati insieme; oppure marmellata a piacere.

 

Procedimento

Impastare a mano in una ciotola gli ingredienti per la pasta, avendo cura di togliere prima il burro dial frigo e tagliarlo a cubetti per renderlo più morbido. Formare una palla e lasciare a rimpostare per mezz'ora in frigo o al fresco, coperta con una pellicola. Dividere poi l'impasto in tanti panetti e tirarlo in modo molto sottile con il mattarello, cercando di ottenere un millimetro di spessore.

Adagiate la sfoglia e il ripieno scelto in mucchietti distanziati circa un paio di centimetri l'uno dall'altro, ricoprite con un'altra sfoglia sottile, avendo cura di inumidire l'impasto spennellandolo con l'albume; schiacciate e togliete l'aria intorno al ripieno, tagliare i ravioli in quadrati con una rotella tagliapasta. Adagiarli su una teglia con carta antiaderente e farli cuocere in forno a 180° per una decina di minuti circa. Cospargere di zucchero a velo e servire.

 

Come festeggiare il carnevale in maniera ecologica

 

In Campania la tradizione vuole il miglio

In Campania, nell'antico borgo di Limatola, c'è uno dei Carnevali più originali. Con il suo castello e i carri allegorici che vi sfilano intorno, il paesino storico si traforma per regalare, oltre a cibo e bevande, anche grandi giorni di festa, fino ad arrivare alla celebrazione della Morte del Carnevale, l'ultimo giorno.

Ecco un dolce tipico campano, il migliaccio napoletano, ricetta di una torta di umili origini, in cui oggi spesso il miglio viene sostituto dal più raffinato semolino, leggera e nutriente.

 

Migliaccio in Campania

Ingredienti:
> 180 grammi di miglio decorticato,
> 750 grammi di latte intero fresco,
> una presa di sale,
> mezza bacca di vaniglia,
> 300 grammi di zucchero,
> 60 grammi di burro,
> 5 uova,
> 500 grammi di ricotta,
> 100 grammi di scorza di arancia candita,
> la buccia grattugiata di un’arancia,
> mezzo bicchierino di rum, se volete.

 

Procedimento
Mettete in una pentola capiente il latte con il sale, la bacca di vaniglia e il miglio. Portate lentamente a ebollizione, poi lasciate cuocere il tutto ancora per una ventina di minuti. Spegnere e lasciare intiepidire, aggiungere lo zucchero, le uova intere, il burro e la ricotta, i canditi tagliati a dadini, la buccia grattugiata dell’arancia e il rum.

Infornare a forno caldo a 170° per circa un'ora, lasciare raffreddare e poi rovesciarlo sul piatto, spolverando con zucchero a velo. Si consiglia un'attesa di 24 ore prima di degustarlo!

 

Il Carnevale di Venezia e l'erba maresina

Non si poteva chiudere senza citare il magico Carnevale di Venezia, ricco di rituali tipici, come il volo dell'angelo, i cortei acquei, le maschere tradizionali, accompagnate per quest'anno al piano dalle note di Paolo Zanella, pianista anche lui sospeso a sei metri d'altezza.

Strizzando ovviamente l'occhio a Expo 2015, non mancherà un'intera area dedicata al cibo, con i banchi del 'cichetì, tipici antipasti veneziani. Ma qual'è un dolce tipico veneziano per il Carnevale? Eccone uno particolare, fritto ma con un'erba della tradizione!

 

Frìtole coa maresina

Ingredienti:
> 500 gr di riso,
> 2 cucchiai di farina bianca,
> 2 scodelle di foglie fresche di erba maresina (sostituibile con uvetta sultanina),
> 1 uovo,
> 100 gr di zucchero,
> la buccia grattugiata di un limone,
> 1 cucchiaio di olio di oliva,
> mezzo bicchiere di latte,
> un pizzico di sale,
> olio di semi per friggere.

 

Procedimento
Cuocere il riso in acqua per almeno un'ora, finchè diventa morbido, come una crema densa. Spegnere, mescolare e salate. Aspettare che si raffreddi, poi versare la farina bianca, l'uovo e mescolare a lungo. Aggiungere un cucchiaio di olio, l'erba maresina ben tritata, lo zucchero e, se dovesse essere troppo denso, qualche cucchiaio di latte.

Lasciare riposare la pastella per almeno due ore, fuori dal frigorifero. In una larga padella, portare a bollire abbondante olio di semi. Versare dentro, a cucchiaiate piuttosto grandi, l'impasto. Quando risulteranno ben dorate, estrarre le frittelle, asciugarle su carta assorbente e cospargerle di zucchero a velo, servendole ben calde.

L'erba maresina è una specie di crisantemo selvatico, noto nelle zone montagnose del vicentino, Arzignano, Chiampo e Valdagno. Il suo gusto è aromatico e leggermente amarognolo. Se non siete di zona o non la trovate, potrete sostituire l'erba con dell'uvetta sultanina.

 

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