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La danza del non-visibile: danzaterapia per non vedenti

“L’essenziale è invisibile agli occhi” ammoniva il Piccolo Principe. La danza terapia si rivolge ai non vedenti alla ricerca di quell’ “essenziale” attraverso il movimento

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©dmitryag - 123rf

Qualche settimana fa sulla pagina Facebook del nostro sito è stato postato questo interessante video (vai alla fine dell'articolo per vederlo): la bambina protagonista esperisce la realtà che le si costruisce intorno attraverso l’esperienza dei suoi sensi… ad eccezione della vista. Finché non è connotato dall’udito, dal tatto e dall’odorato ogni oggetto rimane informe e in attesa di essere conosciuto.

Questo breve, ma intenso cortometraggio ci induce a riflettere sul valore della nostra conoscenza più immediata, quella sensiva: cosa accadrebbe se uno dei sensi venisse a mancare? A maggior ragione la vista, noi che viviamo nella società più “visiva” che si possa immaginare? Se da un punto di vista yogico il senso dell’udito è associato ad un chakra più alto rispetto a quello della vista e, nella storia della conoscenza, per millenni, il sapere è stato tramandato oralmente, non serve sottolineare quanto oggi le cose siano cambiante: se il nostro olfatto e il nostro tatto nell’evoluzione hanno perso alcuni dei ruoli che avevano presso i popoli primitivi, la vista rimane quello che Aristotele definì “Il senso più importante di tutti”.

 

Il corpo e le emozioni a farci da guida: la danzaterapia specifica per i non vedenti

Ognuno di noi, comunque, può tentare di attraversare il buco nello steccato come ha fatto la bambina del video e trovarsi immerso in una realtà nuova e in un mondo all’apparenza sconosciuto: quello che vivono ogni giorno le migliaia di ciechi e ipovedenti.

Una realtà che sarebbe banale pensare di approfondire se non la si è vissuta “con i propri occhi” e sulla propria pelle dunque non tenteremo di farlo: proveremo ad esplorarla da un punto di vista ben preciso sebbene insolito. Quello correlato alla danzaterapia, una disciplina che può essere praticata tanto da vedenti che da non vedenti, da normodotati che da disabili: alla fine, si è tutti di fronte alle proprie emozioni, semplicemente, allo stesso modo.

Se si ritiene che la danza e la cecità siano un ossimoro si è fuori strada: innanzitutto perché si parla di "danza-terapia", la quale, è bene ricordarlo, non si preoccupa di comporre coreografie elaborate da esibire su un palcoscenico, né di ottenere la perfezione tecnica di questo o quel passo. Il suo scopo è l’emersione di quanto giace sommerso in noi attraverso il movimento e il corpo, senza curarsi dell’estetica artistica. Poi perché l’esperienza di allievi e insegnanti testimonia quanto questa disciplina possa essere praticata e amata anche da tutti, indiscriminatamente.

 

Chi è e cosa fa il danzaterapeuta

 

Qualche storia ispiratrice

Come sempre in queste situazioni, nulla è più esemplificativo delle parole stesse dei protagonisti, raccolte e selezionate: Elisabetta Vianello, non vedente da sei anni, frequenta i corsi di danza terapia della maestra Elena Cerruto a Milano. Racconta: “Grazie alla danzaterapia, ho imparato, poco a poco, a capire quali sono i bisogni del mio corpo, a migliorare comportamenti sbagliati, a trovare maggior equilibrio dentro me stessa. Elena dice sempre che è possibile andare oltre l’impossibile accettando i propri limiti. E’ proprio vero! Danzando, riemergono le mie emozioni più profonde, vengono a galla le mie difficoltà, i miei problemi, ma esprimendo tutto col mio corpo riesco ad accogliermi e a sentirmi veramente bene nella totalità del mio essere. La danza terapia fa bene ed è bello potersi esprimere,creare un linguaggio nuovo attraverso i movimenti,centrandosi sempre più nel proprio Sé profondo”. Sempre a Milano opera il Gruppo Dilettantistico Non Vedenti Milano che propone dei corsi di danza terapia per non vedenti metodo Fux. Perché? Ecco la la risposta: “Considerando che l'essenza del metodo Fux è il  'dialogo con lo Spazio' inteso come Spazio Interiore, dentro di noi, e Spazio Esteriore, fuori di noi, si comprende facilmente che rappresenti una vera sfida per il non vedente che, sebbene attraverso l'arte e l'allegria ed il rispetto del proprio Limite, sarà chiamato a maturare esperienze vive nel misurarsi con l'elemento spaziale che, una volta incorporate e capitalizzate, gli saranno utili per affrontare altro tipo di questioni nel quotidiano e, soprattutto, risolvere problemi”.

La particolarità (e la ricchezza) di questi gruppi è che molto spesso non sono esclusivi per i non vedenti bensì si costituiscono delle classi “integrate” dove abili e disabili sperimentano insieme le infinite possibilità della danza.

INSIEME, appunto, e in armonia: corpi e spazio che dialogano in una percezione che trascende ciò che può essere visto meramente con gli occhi.

 

Benefici, tecniche e controindicazioni della danzaterapia

 

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