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Ansia tra passato e futuro

L'ansia è uno stato di attivazione delle nostre risorse psico-fisiche. Le persone ansiose hanno un rapporto particolare con tempo, infatti sono costantemente impegnate nel prevedere il futuro ripensando al passato. Altra caratteristica importante è il controllo, il bisogno di controllare tutto genera tranquillità, ma in realtà tale quiete è solo illusoria. Il controllo esercitato dal soggetto ansioso nel rapporto di coppia, genera problematiche legate al senso di soffocamento. La soluzione è: accettazione e rinnovamento

Ansia tra passato e futuro

La parola "ansia" deriva dal latino angere che significa "comprimere", "stringere". Di fatto il termine rende bene il senso di oppressione riscontrato dal soggetto.

In relazione ai casi vengono prescritte cure farmacologiche (dallo psichiatra o medico di base), affiancate dal lavoro di sostegno svolto dallo psicologo.

Attualmente sono presenti in natura (ambito omeo-floriterapico) molti rimedi in grado di fronteggiare l'ansia (senza effetti collaterali), sottolineo l'importanza di una consulenza al fine di identificare la gravità della problematica ed i rimedi utili in base al caso. 

Il confine tra una reazione ansiosa normale ed il disagio sta nella durata.

 

L'ansia e i soggetti ansiosi

L'ansia è indice di disagio dal momento in cui diventa l'unico modo di rapportarsi alla realtà, in tali casi è necessario rivolgersi ad uno specialista. Il soggetto ansioso vive una relazione sbagliata con: il tempo, se stesso.

La persona ansiosa vuole prevedere il futuro, però ha come riferimento il passato; quindi riprende gli errori del passato per evitare gli imprevisti del futuro. Notiamo come l'ansia abbia delle radici ben salde nella mente del soggetto.

L'ansia più diffusa nel gentil sesso è legata ad una paura ancestrale, l'abbandono. Il timore di perdere l'affetto e/o la stima del nostro oggetto d'amore( partner, amici, colleghi, parenti), blocca sul nascere ogni movimento fuori dal controllo.

Tale ansia è legata a problemi di natura affettiva, riscontrabile nella paura del rinnovamento, dunque il soggetto ansioso tenderà a recriminare il partner con frasi del tipo: " non mi cerchi... non mi ami... ", di tutta risposta il partner recriminato si sentirà soffocato ed imprigionato, tanto da voler scappare da una relazione che ha sapore di prigione.

Il soggetto ansioso non si percepisce come perfetto, ma è molto autocritico (quindi nel rapporto di coppia la paura di perdere la persona amata è anche legata all'autostima); la costante critica verso se stesso lo porta ad alimentare le preoccupazioni per il futuro. L'ansia, come tutti i sintomi, dev'essere vista come  un campanello che ci riporta in contatto con noi stessi.

Ascoltando il campanello dell'ansia, il più delle volte riscontriamo il bisogno di esprimere una parte di noi soffocata, inibita, repressa. Liberandoci del bisogno di perfezione ci liberiamo del controllo, in modo tale da accettare noi stessi e gli altri senza incombere in un costante soffocamento. Gli psicofarmaci non risolvono il problema alla radice, rendono solo la situazione più vivibile.

I disagi vanno sempre ascoltati, senza attribuire giudizi; infatti con l'aiuto di uno specialista possiamo identificare il problema, la causa, la soluzione.