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I rifiuti prendono vita nell’arte di Antoine Repessé

Una cena romantica inondata da confezioni di surgelati, in cucina tra le bottiglie e i cartoni del latte, in macchina immersi tra i pacchetti di sigarette o seduti sul water tra rotoli di carta igienica? Scegliete i vostri rifiuti, prodotti che prendono vita e si accomodano nell'arte - e nell'appartamento - del fotografo francese Antoine de Repessé.

I rifiuti prendono vita nell’arte di Antoine Repessé

Antoine, fotografo per l’ambiente

La pagina omonima del suo sito web si apre con due gambe in collant nero che spuntano da un cassonetto pieno di rifiuti colorati: ebbene sì, l’arte della fotografia acquisisce tra le mani del fotografo Antoine Repessé nuove espressioni, che spesso fanno tristemente parte del vivere quotidiano e della realtà in cui siamo immersi. 

Nato a Lille, nord della Francia, classe 1979, Antoine inizia la sua formazione come autodidatta, per poi lavorare per nomi noti e meno noti, e quindi percorrere una carriera come freelance che lo porta a conoscere l’ “altro” senza maschere, le relazioni tra gli esseri umani, la distanza che ancora separa i popoli.

Grazie all’India, alla Romania e ai viaggi in Mali, Antoine raccoglie ciò che ha seminato, portando tra i denti del rastrello ricordi visivi e realtà che faticano a togliersi e venire via: sono i resti, le plastiche colorate, i rifiuti di tutto ciò che viene consumato. 

Se si pensa che la vecchia India, solo per fare un esempio, chiamava i primi turisti occidentali "plastics", si capisce tutto: nel paese è stato importato anche l'uso sfrenato della plastica, e i sacchettini blu degli snack e frutta indiani che costeggiano le rive dei fossi sono ancora oggi masticati per lunghe ore dalle mucche sacre che passeggiano in cerca di cibo per le poverose strade dell'est.

 

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Scatti di immondizia: il progetto 365 Unpacked

Parlare di immondizia significa però, con Antoine Repessé, raccontare la storia dei rifiuti occidentali, come sarebbe se non venissero buttati via. 

Significa parlare del suo ultimo lavoro, “365 Unpacked”, che ha a che vedere con la produzione quotidiana di immondizia, progetto che prende vita tra realtà e immagine qualche anno fa.

Sì, perché, di fatto, l’idea di Antoine è stata quella di conservare i rifiuti riciclabili personali da quattro anni a questa parte, per poi realizzare il servizio fotografico di cui sopra.

Bottiglie di plastica, giornali, bottiglie di latte, pacchetti di sigarette, confezioni di surgelati, rotoli di carta igienica: migliaia di numeri non buttati di resti che prendono posto nel suo appartamento a partire dal 2011.

Come racconta lo stesso artista, si  voluto dare un effetto grafico alla spazzatura, una dimensione estetica. Un qualcosa di perfetto e “al proprio posto” da una parte, ma anche che evocasse al tempo stesso qualcosa di inquietante

L’articolo parte dal sito Bustle, per poi diffondersi in poco tempo anche via social network e raggiungere i principali giornali italiani. Si può ammirare la serie dei sui scatti di “gente circondata da quattro anni di immondizia” sul sito del fotografo.

 

L'obiettivo virale di benessere per il pianeta

Come dichiarato da Bustle l’obiettivo finale del progetto è, in primo luogo, di mostrarci in modo inequivocabile quanta spazzatura generiamo solamente nel nostro vivere quotidiano; in secondo luogo ci ricorda che se ci prendiamo giusto il tempo di riciclare nel modo giusto, di fare ecologia e di non sprecare, acquistando i prodotti in modo consapevole, possiamo fare ancora qualcosa di veramente positivo per il benessere del pianeta.

 

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Credit immagini: Antoine Repessé