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Il futuro del combustibile è nelle alghe

Le innovazioni nel mondo dei biocarburanti fanno passi da gigante. In un futuro non troppo lontano, le alghe potrebbero essere il combustibile usato per i trasporti.

Il futuro del combustibile è nelle alghe

Alghe: il combustibile del domani

Da circa dieci anni le aziende statunitensi ExxonMobil e Synthetic Genomics stanno lavorando insieme per portare avanti un progetto molto promettente: trasformare le alghe in combustibile a basse emissioni, da usare nel settore dei trasporti. 

La nuova fase del progetto, iniziata quest'anno, prevede di raggiungere entro il 2025 la capacità tecnica di produrre ogni giorno 10mila barili di biocarburante derivato dalle alghe, attraverso coltivazioni lacustri.  

 

Oilgae: il futuro carburante di tir, aerei e navi?

Il biocombustibile che deriva dalle alghe viene comunemente chiamato "oilgae" e potrebbe in futuro trovare diverse applicazioni pratiche. Scienziati e ricercatori sono all'opera per riuscire a far viaggiare tir, aerei e navi grazie a questa fonte energetica inaspettata.

Lo sviluppo di biocarburanti di terza generazione è possibile grazie alla fermentazione dei carboidrati presenti nelle alghe. Il loro processo di trasformazione è illustrato in un video di Algae Industry Magazine.

Questo video di This American Land invece mostra i metodi di coltivazione e raccolto delle alghe, mettendo in evidenza le grandi potenzialità di quest'innovazione.

L'attenzione da parte del mondo scientifico e imprenditoriale è altissima. Questo biocarburante potrebbe contribuire in modo significativo ad abbassare le emissioni di gas serra e, quindi, a contrastare il riscaldamento globale

 

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Biocombustibili avanzati, la nuova frontiera 

Facciamo un passo indietro, per chiarire meglio la terminologia. Si possono definire biocombustibili tutti i carburanti derivati da fonti rinnovabili, siano esse vegetali o animali.

Ne esistono diversi tipi, che si possono classificare in questo modo:

> i biocombustibili di prima generazione sono prodotti prevalentemente dalle piante, come il panico verga, la soia o il mais; o ancora, la canna da zucchero, la barbabietola o il grano;

> i biocombustibili di seconda generazione sfruttano le parti non edibili della pianta, oppure altre colture non commestibili;

> i biocombustibili di terza generazione sono, appunto, quelli ricavati dalle alghe.

Un esempio di combustibile avanzato, ancora in fase di sviluppo, è il diesel rinnovabile

 

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Foto: Chokniti Khongchum