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Un po' di chiarezza sui sacchetti in Mater-Bi

E'così difficile per gli italiani mettere in atto comportamenti consapevoli? Ecco cosa ci ha portato l'anno nuovo: facciamo un po' di chiarezza sulla storia dei sacchetti in Mater-Bi, sulle sportine di rete e sui sacchetti di carta.

Un po' di chiarezza sui sacchetti in Mater-Bi

Sacchetti in Mater-Bi: siamo pronti a rispettare la legge e l'ambiente?

Mater-Bi è il nome dato a un tipo di bioplastica brevettato e commercializzato dalla Novamont, una ditta che ha sede a Novara. Il Mater-Bi si usa molto per gli imballaggi, per creare giocattoli, per realizzare stoviglie e buste di bioplastica - come i famosi e dibattuti sacchetti per la frutta e la verdura appunto-, in sostituzione dei tradizionali sacchetti in plastica non biodegradabili.

La legge che sta alla base del cambiamento è la 123 del 3 agosto 2017 e riguarda l'uso dei sacchetti biodegradabili per la frutta e la verdura. 

Si tratta in realtà, come comunicato a suo tempo da Adnkronos, di una legge di conversione del Decreto legge Mezzogiorno, che ne definisce le norme: a partire dal 1 gennaio 2018, anche i sacchi leggeri e ultraleggeri - ovvero con spessore della singola parete inferiore a 15 micron - con manici o senza, utilizzati per il trasporto di merci e prodotti, a fini di igiene o come imballaggio primario in gastronomia, macelleria, pescheria, ortofrutta e panetteria, dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma Uni En 13432, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40% (che dovrà diventare il 50% a partire dal 1 gennaio 2020 e il 60% dal 1 gennaio 2021) e dovranno essere distribuiti esclusivamente a pagamento.

Pesanti le multe per chi non rispetta la legge: da un minimo di 2500 euro, fino ad arrivare a 100mila. 

 

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L'italia bio tra polemiche e alternative

Fatta la legge e resa effettiva dal primo gennaio per la gioia di chi ha cuore l'ambiente, dai consumatori green ad Assobioplastiche (Il Sole 24 chiarisce il punto di vista dell'azienda ), questa non ha mancato di scatenare polemiche e reticenze, soprattutto per chi si sente obbligato ad aprire il portafoglio per un sacchettino in più o per chi non desidera alimentare altri tipi di produzioni.

Il bisogno di cambiare le cattive abitudini nasce dall'esigenza di salvaguardare l'ambiente, soprattutto facendo seguito a quanto stabilisce la normativa europea.

Ormai solo Spagna e Romania sembrano non avere fatto passi in questa direzione (fonte Confcommercio ), mentre tutti gli altri paesi europei sono, in certi casi, da anni arrivati all'uso di sportine e cestini in materiali naturali, riutilizzabili al 100%, come è il caso dei vecchi cesti in vimini o delle retine per la spesa della nonna, lavabili a 30° e riutilizzabili, ora ribattezzate Multi-bag. 

Ora, il punto è, vi sono alternative in Italia? Pare che, oltre al discutibile e improbabile tentativo di ovviare al sacchetto attaccando gli scontrini su ogni singolo alimento, alcuni supermercati si sono attivati per distribuire gratuitamente sacchetti in carta per frutta e verdura. Mentre ancora non va giù l'idea Svizzera della sportina di rete, che sarebbe comunque poco igienica e comporterebbe il rischio di contaminazioni batteriche (Il Fatto Quotidiano).

L'unica possibilità sarebbe dunque il sacchetto monouso previo controllo del titolare del supermercato.

 

Riutilizzo del sacchetto bio

E se la vera soluzione fosse quella proposta da Il Fatto Quotidiano, ovvero fare la spesa al mercato, sempre più in cascina o acquistare a km zero dal produttore di fiducia, con cassetta, sportina, cesto o vecchi sacchetti di carta?

Se l'obiettivo è salvaguardare l'ambiente, ognuno può scelgliere quale strada intrapredere, nel nome della genuinità del prodotto e del rispetto di ambiente, lavoratori e scelte di ognuno su come utilizzare i soldi della propria spesa, inclusi i 2 centesimi del sacchetto.

Anche se, come sottolinea Il Fatto alimentare, pare non convenga portarseli da casa: quelli che si recuperano al supermercato possono per esempio essere riutilizzati per la raccolta dell'umido, risparmiando da un'altra parte.


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