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Attrezziamoci per lo yoga!

Gli accessori per lo yoga sono ormai tantissimi e sempre più fashion. Qui ve ne proponiamo alcuni che potrebbero agevolare la vostra pratica: super trendy e griffati oppure, come i cuscini, potreste cucirli con le vostre mani creando degli oggetti unici e carichi dell’energia e della dedizione che avete messo nel confezionarli!

Attrezzi yoga

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© fucsiya / 123rf.com

Secondo la tradizione, lo yoga va praticato nudi, in un luogo immerso nella natura, silenzioso e accogliente.

Purtroppo, la stragrande maggioranza di noi può vivere solo molto raramente una tale esperienza: oggi lo yoga viene praticato al chiuso (anche per ragioni climatiche), in gruppi e spesso in ambienti tutt’altro che specifici (vedi quelle palestre, la maggior parte, in cui la sala yoga è adiacente alla sala fitness o alla sala pesi).

Oltretutto, dato il grande fascino che questa disciplina esercita su milioni di persone, è sorto un fiorente business legato agli accessori, agli outfit, alle mode che, inevitabilmente, influenzano anche questo campo.

Tanto per fare un esempio, la famosissima Nike ha perfino ideato delle “scarpe yoga”, ovvero una specie di sandali alla schiava (con o senza lacci alla caviglia) che avrebbero lo scopo di evitare di scivolare, soprattutto con gli avampiedi.

 

Gli attrezzi per lo yoga

Al di là comunque dell’abbigliamento, oggi prenderemo in considerazione un aspetto meno frivolo, cioè quello degli attrezzi (detti anche props, cioè supporti). Spetta all’Iyengar Yoga il merito di aver sdoganato e messo al centro della pratica l’utilizzo di strumenti che possano agevolarla o migliorarla, ma ora è molto comune che insegnanti anche di altri stili esortino gli allievi a servirsene.

Personalmente non ho nulla in contrario nei limiti in cui non distraggano eccessivamente dall’attenzione sul corpo e sul respiro durante gli asana. Ad esempio, se si hanno allievi non più giovanissimi, dei piccoli aiuti, a mio parere, sono utili se permettono di fluidificare la pratica senza superare i limiti che il corpo, in quel momento, ha posto.

Purtroppo a volte si va incontro a una sbagliata, ma comprensibile frustrazione da parte dei principianti (più o meno in là con gli anni) nel momento in non riescono ad eseguire degli asana molto semplici a loro avviso o se si confrontano tra loro e notano delle differenze di rendimento (altra cosa non salutare, ma molto umana): ecco, in questo quadro l’utilizzo di attrezzi è proponibile e può rivelarsi proficuo, specie se unito ad un percorso di accettazione dei propri limiti e ad una riduzione della competitività.

Lo ritengo da evitare qualora diventi causa di confusione, distrazione, chiacchiericcio inutile, deriva ginnica della pratica, ma questo dipende molto dalle peculiarità di ogni singola classe.

 

Abbigliamento yoga: come mi vesto per la lezione?

 

Tappettino

Sicuramente l’unico che averlo o meno fa una certa differenza. Il suo scopo è quello di attutire la pressione sulle vertebre (in halasana per esempio) o sulle ossa in generale durante le posizioni a terra (senza tappetino alcune persone, specie se molto magre, possono sentire dei fastidi nel contatto).

Ne esistono di infinite varietà e materiali e il costo oscilla tra pochi euro e le decine: eco-compatibili, super griffati (le maggiori marche sportive hanno i tappetini di yoga il cui prezzo va dai 50 ai 100 dollari), di materiali pregiati (come la seta) oppure decorati. Se però non si è interessati a tanta ricercatezza, se ne trovano di validi - antiscivolo, facilmente lavabili, ipoallergenici - molto meno costosi: non di marca, dai 15 euro.

 

Cinta

Nello yoga può fungere soprattutto quale estensione degli arti qualora la schiena non fosse sufficientemente flessibile. In genere è di cotone e munita di fibbia scorrevole. I prezzi sono variabili, ma contenuti, anche perché è un attrezzo usato ancora limitatamente e che può essere facilmente sostituito da surrogati meno nobili, ma ugualmente funzionali: cinte normali, dell’accappatoio, calzini lunghi o calze, sciarpe, foulard o fusciacche.

 

Mattoni/blocchi

In genere, sono utilizzati soprattutto nelle posizioni in piedi e specialmente nei piegamenti in avanti se l’allievo non riesce a toccare il pavimento con le mani. Il loro impiego si allarga, in ogni caso, a tutte quelle situazioni in cui si ha necessità di leve o puntelli per le mani, i piedi o la colonna vertebrale.

Ne esistono diverse forme, colori, dimensioni e materiali (schiuma, bambù, legno, sughero, etilvinilacetato). Il prezzo, di solito, non supera i cinque euro.

 

Cuscini

Due sono le categorie di cuscini da prendere in considerazione, quelli da meditazione e quelli che si utilizzano per gli asana. I primi, chiamati spesso zafu, sono rotondi e specifici per la meditazione che si pratica da seduti (il termine zafu è di origine giapponese ed è utilizzato per la meditazione zen). Sono utili per riuscire a mantenere la schiena sempre perfettamente dritta riducendo la pressione sulle anche, specialmente se si medita per lungo tempo.

I cuscini utilizzati per gli asana sono vari: in genere quadrati o rettangolari sono utilizzati ogni qual volta si necessita di non poggiare direttamente il corpo, soprattutto le articolazioni, sul tappetino specie se steso su un pavimento particolarmente duro.

 

Vi è poi il cosiddetto bolster (chiamato anche big neckroll), ovvero un cuscino abbastanza grande, di forma cilindrica utile soprattutto per la schiena o comunque per favorire il rilassamento e utilizzato molto con le donne incinte. A questi possiamo aggiungere la mezzaluna e gli zabuton (cuscini quadrati o materassini spessi utilizzati durante la meditazione per fornire un appoggio comodo e soffice a caviglie e ginocchia) entrambi utili soprattutto per la meditazione.

I prezzi dei cuscini sono enormemente variabili perché sono determinanti il pregio delle stoffe che li foderano, le decorazioni, i ricami, la grandezza e la qualità del materiale dell’imbottitura (un conto è il kapok o la pula di grano o farro, un conto sono delle fibre sintetiche).

 

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