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I metodi per smettere di fumare

Smettere di fumare non è affatto semplice. Ci vuole prima di tutto motivazione. Vediamo quali sono i metodi più utilizzati e qual è la loro efficacia. Dal cerotto alla sigaretta elettronica, dal bupropione alla varenciclina

I metodi per smettere di fumare

I più noti metodi per smettere di fumare proposti dalla medicina tradizionale sono le terapie di sostituzione della nicotina; il bupropione, un antidepressivo; la varenciclina, un agonista parziale del recettore nicotinico dell'acetilcolina.

Le terapie di sostituzione della nicotina, come la gomma da masticare e il cerotto alla nicotina, sono disponibili anche come farmaci da banco.

Bupropione e varenciclina sono disponibili solo sotto prescrizione medica.

E poi c’è la sigaretta elettronica, spesso utilizzata come metodo per smettere di fumare.

Sono stati sperimentati e utilizzati altri modi ma, trattandosi di un argomento troppo ampio, ci limiteremo a dare alcune informazioni sull’efficacia dei metodi appena citati, perché sono quelli più noti e su cui si concentra maggiormente l’attenzione di utenti e comunità scientifica.

Tutti i metodi di cui parleremo possono avere, chi più chi meno, effetti collaterali. Tutti i metodi citati hanno maggiore efficacia se supportati da terapia motivazionale. Se non c’è motivazione, non si va da nessuna parte.

 

La sigaretta elettronica e il cerotto

Uno studio recente ha dimostrato che la sigaretta elettronica ha un’efficacia paragonabile al cerotto nell’aiutare i fumatori a superare i sintomi dell’astinenza da nicotina e quindi a smettere di fumare, nel breve termine. E poiché l’efficacia del cerotto non è alta, potremmo dire che i metodi sono entrambi poco efficaci.

Il lavoro, che è il primo nel suo genere, è stato presentato all’ERS 2013, il congresso annuale che riunisce gli pneumologi di tutta Europa, ed è stato contemporaneamente pubblicato sulla rivista medica The Lancet.

Lo studio è stato condotto dal Dottor Chris Bullen, del National Institute for Health Innovation dell’Università di Auckland in Nuova Zelanda, su un campione di 657 fumatori. I pazienti, che stavano cercando di smettere di fumare, sono stati randomizzati a ricevere sigaretta elettronica con 16 mg di nicotina, cerotti con 21 mg di nicotina o placebo. Il placebo consisteva in una sigaretta elettronica priva di nicotina.

Dopo la randomizzazione, ai soggetti che hanno partecipato allo studio è stato chiesto di utilizzare il metodo assegnato per una settimana prima di smettere di fumare e per le 12 settimane successive. I ricercatori hanno poi valutato l’effettiva astensione dal fumo di sigarette per 6 mesi

Complessivamente, il 5,7% dei partecipanti ha abbandonato la sigaretta nei 6 mesi analizzati. Il successo è stato leggermente maggiore per i soggetti che avevano utilizzato la sigaretta elettronica (7,3%), seguito dal cerotto (5,8%) e dal placebo (4,1%).

Le differenze tra i risultati ottenuti utilizzando i diversi metodi sono diventate maggiori se si analizza la riduzione delle sigarette fumate; in quel caso il successo della sigaretta elettronica è stato statisticamente significativo sia rispetto al cerotto (57% vs 41%) sia verso il placebo.

Ma c’è un dato ancora più interessante da rilevare: a 6 mesi, più di un terzo delle persone che aveva smesso di fumare utilizzava ancora la sigaretta elettronica e circa il 30% di quelli che non aveva smesso utilizzava sia la sigaretta tradizionale sia quella elettronica.

Ovviamente adesso la comunità scientifica dovrà fare ulteriori studi per capire quali sono gli eventuali rischi connessi a questo doppio utilizzo di sigaretta più sigaretta elettronica; sono inoltre necessari ulteriori ricerche sull’efficacia di questo dispositivo come metodo per smettere di fumare e sulla sua sicurezza, soprattutto nel lungo termine. Va detto, inoltre, che le sigarette elettroniche non sono tutte uguali e che non sappiamo quale marca sia stata utilizzata nello studio.

 

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Varenciclina: la pillola per smettere di fumare

La varenciclina è il primo farmaco appositamente studiato per la disassuefazione dal fumo ed è disponibile in Italia con il nome commerciale di Champix. Ha un meccanismo d’azione completamente diverso da cerotto e sigaretta elettronica perché non utilizza bassi dosaggi di nicotina, ma agisce sullo stesso recettore cerebrale su cui agisce la nicotina. In questo modo si ottiene un doppio effetto: da una parte si alleviano i sintomi dell’astinenza da nicotina e dall’altro si riduce il senso di piacere associato al fumo di sigaretta.

Attualmente, è considerata la terapia farmacologica più efficace per smettere di fumare. Gli studi sugli effetti a lungo termine dimostrano che il successo è maggiore quando il trattamento si associa a una forte motivazione da parte del paziente.

 

Buproprione: l’antidepressivo per smettere di fumare

Il buproprione è un antidepressivo proposto nella terapia di disassuefazione dal fumo. È indispensabile che il trattamento sia accompagnato da un sopporto motivazionale. Il prodotto è disponibile in Italia anche come farmaco generico.

Non è noto in che modo il bupropione favorisca la capacità di astenersi dal fumo. Si ipotizza il coinvolgimento dei meccanismi della noradrenalina e della dopamina. La dopamina è stata associata agli effetti piacevoli delle sostanze che provocano dipendenza, mentre aumentare la disponibilità della noradrenalina potrebbe ridurre i sintomi da astinenza.

Secondo alcuni studi, l’efficacia del bupropione come metodo per smettere di fumare sarebbe quantomeno pari a quella delle terapie di sostituzione della nicotina.

Esistono altri antidepressivi che si sono dimostrati in grado di migliorare il tasso di astinenza dal fumo, in particolare nortriptilina e fluoxetina. Non è ancora del tutto chiaro se la possibilità di aiutare nella disassuefazione dal fumo sia attribuibile all’intera classe di questi farmaci. 

I dati della letteratura scientifica sui farmaci appena citati ci raccontano, quindi, della scarsa efficacia di tutti questi metodi per smettere di fumare. La stessa varenciclina, che è quella con la maggiore percentuale di successo, sempre a detta dei dati scientifici, funziona meglio nel paziente motivato. Il principale metodo per smettere di fumare, quello che funziona di più, è quindi la motivazione del fumatore stesso. Motivazione che dovrebbe derivare dalla consapevolezza che dire addio alla sigaretta rende più lunga la vita e fa stare meglio.

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