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Per la medicina tradizionale cinese l’ansia ingabbia il cuore

Secondo la medicina tradizionale cinese, l’ansia è una prigione per il cuore. Partendo dal concetto di shen, vediamo com’è concepita l’ansia nell’immaginario cinese

Per la medicina tradizionale cinese l’ansia ingabbia il cuore

Buttate un sasso in uno stagno. Godetevi i cerchi concentrici. Ecco, ora pensate al sasso come a un’emozione e all’acqua come fosse il corpo umano: ecco, nella medicina tradizionale cinese, le emozioni si propagano per l’organismo e lo influenzano.

All’interno degli organi si depositano le energie mentali. Qualche esempio? Nello stomaco e nella milza si conserva il pensiero, nel polmone dimora l’intuizione, nel rene riposa vigile la volontà, nel fegato troneggia la capacità decisionale.

Ciò significa che il rene sente la paura, il fegato incassa la collera, il polmone la tristezza e l’inquietudine.

Ma se parliamo di ansia, è il cuore protagonista assoluto. È nel cuore che alberga l’energia mentale vera e propria. In altri termini, il cuore “sente” la gioia.

 

La salute dipende dall’equilibrio

L’equilibrio è favorito dal fluire armonioso del sangue e, per conservare quest’armonia, il corpo deve essere nutrito, sia in teormini di apporto di cibo, sia in termini di stimoli fisiologici. Tutto questo serve a mantenere bene il cosiddetto shen, inteso come sostanza vitale molto sottile strettamente legata al qi, l’energia che pervade il corpo.

Per capire cos’è lo shen dovreste immaginare una sostanza quasi immateriale, una specie di scia fluttuante che circola nel corpo e rilascia vitalità.

Lo stato dello shen dipende molto da tutti gli organi, ma è nel cuore che troverebbe la sua originaria dimora. Per i cinesi il cuore è un po’ quello che per noi è il cervello. È l’organo che riveste un ruolo chiave dal punto di vista psichico. Al cuore è attribuita la funzione di “giudice delle sensazioni”.

Secondo la medicina tradizionale cinese, attraverso il cuore dovremmo capire quali sensazioni ci danneggiano, su quali aspetti del nostro carattere dovremmo puntare.

Un buon “piano” per evadere dalla gabbia dell’ansia, insomma, parte dal cuore.

 

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