Intervista

L'alimentazione nelle arti marziali

Uno sforzo sempre più cosciente per capire quale sia la corretta alimentazione per gli artisti marziali è quanto notano gli addetti del settore. Affrontiamo il tema con un'autorità in materia: l'Head Coach Giuseppe Granieri.

L'alimentazione nelle arti marziali

Il mondo delle arti marziali sta vivendo in questo momento storico una spinta evolutiva mai conosciuta prima.

"Evoluzione" è un termine che infatti si adatta benissimo al panorama marziale: scuole, discipline, stili e tecniche si mischiano e si confrontano apertamente, creando modelli nuovi, sempre migliorabili e aperti ad un'ennesima evoluzione.

In questo mondo di atleti, anche aspetti meno strettamente marziali come il fitness, la meditazione e l'alimentazione possono fare la differenza.

Proveremo a capire con Giuseppe Granieri un po' di più sull'importanza dell'alimentazione nella vita di un artista marziale.

 

Giuseppe, visto che nell'introduzione abbiamo descritto il mondo delle arti marziali come in pieno fermento evolutivo, ti andrebbe di condividere con noi la tua personale evoluzione come artista marziale? Come hai cominciato, quali sono stati gli step per te fondamentali per arrivare a fondare il Team Aventador?


La passione per le arti marziali è praticamente qualcosa che appartiene al mio DNA. Da piccolo mi capitava di guardare in tv i film di Van Damme, di Bruce Lee ed “Il Ragazzo dal Kimono D’oro” ed imitavo davanti allo schermo le loro movenze.

Successivamente all’età di 10 anni mi sono iscritto ad un corso di wing chun, arte marziale che ho praticato per circa 10 anni, fino a quando sono rimasto affascinato dalle MMA, in voga soprattutto in America nella quale c’erano 2 atleti che si affrontavano in una gabbia, in tornei dove sembrava esser concesso quasi tutto.

Ho cercato per anni dei riferimenti italiani per approfondire la disciplina, ma le offerte mi sembravano poca roba se confrontate a quel che si stava sviluppando in USA ed in Brasile, fino a quando l’unico italiano all’apice della propria carriera in UFC, Alessio Sakara (mio idolo), nel settembre del 2010, diede luce al primo corso di formazione per aspiranti istruttori.

Prima di iscrivermi al corso ho partecipato ad uno stage di Alessio a Roma, ed in quella occasione ho potuto apprezzare la bontà del suo metodo ed ho deciso di seguire la sua proposta formativa.

Alessio poco dopo organizzò un torneo dilettantistico chiamato Legionarius League” ed in quella occasione presentai il mio gruppo di atleti sotto il nome di “Team Aventador”, dal nome di una razza di tori da combattimento famosi nelle corride spagnole per il loro coraggio e la loro pericolosità.

 

In questo nuovo mondo all'avanguardia delle arti marziali, qual'è il ruolo della corretta alimentazione e come questa si combina con un corretto allenamento e una corretta pratica marziale?

 

L’alimentazione nelle MMA è a mio avviso ancor più importante che negli altri sport. Questo perché, oltre al corretto apporto calorico e di nutrienti fondamentali per qualsiasi sportivo, nelle MMA professionistiche c’è da “combattere col peso”, ed ancora oggi si tende a compiere numerosi errori quando ci si avvicina al fatidico weigh-in.

Inoltre lo stress fisico e mentale a cui si espone l’atleta di MMA obbliga a seguire in piano alimentare idoneo a tale sport. 

Quali sono secondo te le linee guida alimentari piu' importanti da seguire per un professionista e quali quelle che consiglieresti anche ai praticanti amatoriali?

Il primo passo è quello di razionalizzare i carboidrati in funzione degli orari degli allenamenti e dal tipo di allenamento: tenere sotto controllo il livello glicemico durate tutta la giornata è fondamentale per evitare sbalzi che comporterebbero danni al rapporto massa magra/massa grassa del atleta.

Il secondo passo è periodizzare l’alimentazione in relazione alla data del match, questo perché esistono cibi che favoriscono la perdita di liquidi e che spesso sono “utili” quando ci si avvicina al weigh-in.

Il terzo aspetto fondamentale da considerare è il grande livello di stress muscolare/articolare a cui si espone un agonista di MMA, e quindi le verdure a la frutta di stagione sono alimenti essenziali per garantire la protezione necessaria ai muscoli ed alle articolazioni coinvolte in questa disciplina.

 

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Quali cibi o quali abitudini alimentari sono da implementare, quali da cambiare e quali da escludere per una persona che vuole davvero progredire nelle arti marziali?
 

Sicuramente bisogna escludere o limitare al massimo fritture, creme, e superalcolici in qualsiasi fase della stagione sportiva. Le verdure a foglia verde e gli ortaggi sono alimenti che non possono mancare nella dieta di un artista marziale agonista.

Le proteine devono rappresentare il 20/25% delle calorie totali assunte quotidiamente e devono essere distribuite omogeneamente in tutti i pasti, evitando inutili picchi che possono solo provocare uno stress per il nostro organismo. Mediamente un atleta professionista di MMA brucia dalle 3500 alle 6000 Kcal al giorno nella fase intensa della preparazione al match, ed i grassi insaturi sono un carburante fondamentale.

In parole povere non possono mancare nella dieta di un atleta di MMA: mandorle, noci e olio di oliva crudo (come principali fonti di grassi), le carni bianche, il pesce fresco e i legumi (come principali fonti proteiche), la pasta, il riso ed il pane (come fonti di carboidrati), le verdure, gli ortaggi e la frutta di stagione (che contengono i principali micronutrienti).

 

Parlando in termini generali, quali sono le esigenze del corpo di un artista marziale e in cosa sono differenti da quelle di un praticanti di altre discipline o sport?
 

Le MMA sono uno sport relativamente giovane, e questo fa spesso non considerare, o mettere in secondo piano, la programmazione assai complessa degli allenamenti che un agonista sostiene nella propria settimana tipo. E’ assai complesso programmare bene il recupero muscolare quando, spesso in un team di alto livello, ci sono diversi coaches che elaborano la propria programmazione in parziale o totale non curanza degli allenamenti sostenuti/da sostenere nelle altre discipline.

Varcare la soglia del sovrallenamento o non recuperare completamente è cosa molto comune a qualsiasi livello nelle MMA, non a caso spesso molti campioni deludono proprio quando si presenta la chance della vita, imbattendosi in performance di molto inferiori ai propri standard.

 

Qual è, secondo te, il percorso ideale per un ragazzo o una ragazza che voglia diventare un artista marziale completo? Cosa dovrebbe avere nel suo bagaglio e quali esperienze dovrebbe fare?
 

Alle MMA di alto livello si arriva con due strade differenti, che si intersecano in un solo punto, quello di avere un buon head coach, in grado di favorire la crescita marziale dello stesso atleta: la prima strada è quella di un agonista di una singola disciplina da contatto che decide di dedicarsi alle MMA, imparando le basi delle fasi nelle quali si è carenti rispetto all’arte marziale di provenienza, ed appunto affidandosi ad un buon HC (Head Coach) in grado di valorizzare le proprie qualità in una crescita continua.

La seconda è iniziare a praticare direttamente le MMA presso un corso con un coach che abbia un curriculum formativo credibile (si sa che oggi c’è crisi e gli improvvisati alla guida di un corso di MMA in una palestra rappresentano la grande maggioranza…).

Ringrazio tutta la redazione, un saluto

H.C. Granieri Giuseppe 

 

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