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Come allenare i pettorali in modo naturale

Esercizi in palestra, grandi abbracci, nuotate fatte con foga ma sempre ascoltando il respiro e con la quiete della mente.
Entriamo nel vivo degli esercizi per allenare i pettorali, parte anatomica che accoglie e protegge il cuore, tanto in senso fisico, quanto in senso metafisico.

Come allenare i pettorali in modo naturale

Allenare i pettorali senza pretese o menzogne

Quel che è utile, se si vuole iniziare un discorso serio con i proprio muscoli pettorali, è non mentire né forzare.

In aiuto agli uomini pigri sul mercato si trovano le maglie con pettorali incorporati su cui abbiamo alcuni dubbi. Queste maglie si indossano come maglie della salute, sotto a un altro indumento, possibilmente stretto, in modo da mettere in risalto qualcosa che non esiste.

L'idea surreale di base è quella di far colpo su una donna (o un uomo) il tanto che basta per arrivare alla camera da letto, sperando che le luci siano spente e il barbatrucco non venga a galla.

Altro suggerimento utile è quello di non pensarsi separati. Siamo un'unità olistica, il che vuol dire che, tanto quanto è irreale la fama del cosiddetto "dimagrimento localizzato" tanto è vero che il benessere passa per tutte le nostre parti, che non sono compartimenti stagni.

Vale la pena di non svegliarsi una mattina e decidere che si vogliono avere i muscoli pettorali di Superman. Lo sviluppo fisico e la crescita armonica interiore possono andare di pari passo e dovrebbero essere graduali.

Se poi pensate che ci sia qualcosa da migliorare nel qui e nell'ora, dateci dentro, ma senza disprezzare troppo il corpo che al momento vi ritrovate. Il punto di partenza per sviluppare un buon intento può e dovrebbe essere sempre un sorriso. L'altro ingrediente fondamentale? La pazienza con se stessi. 

Passiamo ora agli esercizi per sviluppare in modo naturale i pettorali.

 

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Esercizi per sviluppare in modo naturale i pettorali 

Il volume del gran pettorale è costituito da tre fasci che si originano dallo sterno, dalla clavicola e dalla guaina del retto addominale. Tutte e tre confluiscono in un unico tendine che si attacca all'omero.

Il piccolo pettorale, subito sotto al gran pettorale, parte dalla parete anteriore del torace e si inserisce nella scapola.

Partiamo con il primo, fondamentale è quello che è alla base della vita:

Respirare

Respirare. Date piena aria ai polmoni, partite dalla consapevolezza che siete in vita. Questo permetterà al diaframma di lavorare come vuole e dovrebbe, senza essere costipato o ripiegato su se stesso. In questo senso, è anche utile mantenere una postura funzionale, elegante, corretta.

 

Abbracciare

L'abbraccio ha una valenza terapeutica ed è un esercizio di forza non indifferente. Distribuite abbracci a chi sentite di volerne dare.

 

Nuotare

Nuotare è qualcosa che facciamo da quando ci siamo evoluti e ancora prima. Questo sport allena molto tutto il tronco, il petto, le spalle. Lo stile libero forse è il meno adatto per sviluppare i pettorali, cosa che invece si fa ampiamente con delfino (che richiede molta forza fisica) e rana. Compensate con il dorso per dare sollievo ai muscoli della schiena.

 

Aprire le braccia al cielo

Spalancare le braccia verso il cielo quando vi viene una buona intuizione. Facile e alla portata di tutti. Ancora meglio se l'intuizione genera utilità e bene verso gli altri.

Kranking

Pedalare con le braccia. Avete mai provato il kranking? Lo sport proviene dalla California ed è frutto del genio creativo soprannominato Johnny G., ovvero Johnny Goldberg, ideatore dello Spinning.

Lo strumento che si utilizza è la Krankcycle, una bicicletta con sellino ergonomico e removibile; il fatto che il sellino si possa togliere facilita i disabili, anzi si può dire che la bicicletta è pensata soprattutto per coloro che si trovano su una sedia a rotelle o convivono con compromessa mobilità degli arti inferiori.

La Krankcycle è dotata di manopole indipendenti, forcelle libere e carico variabile, il che consente un lavoro di coordinazione tra le braccia.

 

Flessioni sulle braccia

Ce ne sono di molti tipi. Oltre alle flessioni con le braccia distanziate esistono le cosiddette a passo stretto: qui le braccia in linea con le spalle e le braccia sono molto vicine al tronco.

Questa variante allena maggiormente i tricipiti a scapito degli altri muscoli coinvolti. Potete eseguire anche le flessioni su gradino o altro appoggio, invece di tenere i piedi puntati sul terreno.

Per i più temerari, e soprattutto per coloro che hanno gli arti superiori a posto, esistono le flessioni in cui il carico di lavoro si distribuisce su un braccio solo. Se siete particolarmente entusiasti della vita, potete anche librarvi in volo durante la flessione e battere le mani alla pura esistenza.

Noi suggeriamo sempre di immaginare chi amate sotto di voi, di modo che la flessione diventi un allenamento direzionato al bacio da dare all'amata/o che è steso a terra sotto di voi. Idealmente o concretamente.

 

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