Allattamento materno: verità e falsi miti

Credenze che si tramandano di generazione a volte non hanno nulla a che vedere con la saggezza popolare e non aiutano per nulla le neomamme ad approcciarsi all'allattamento al seno con serenità. Sfatiamo qualche vecchio mito con l'ostetrica Sabina Pastura.

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Cosa alimenta i falsi miti di quella che è l’attività umana più ‘naturale’ della vita dei mammiferi? Chi l’ha detto che alimentare un cucciolo umano al seno sia niente di più semplice e istintivo? Parte della risposta risiede forse qui: nel fatto stesso di ritenere l’allattamento al seno una pratica così ‘innata’, ‘scontata’ quando anche viviamo in una società votata alla prestazione e dove il marketing focalizzato sul mercato delle mamme spingono per mettere le neomamme sotto pressione

 

Sfatiamo qualche mito sul nutrimento dei neonati con Sabina Pastura, ostetrica de La luna nuova, associazione culturale e studio ostetrico associato a Milano che dagli anni ‘90 accompagna le donne e le coppie alla preparazione alla nascita.

 

 

Allattamento e falsi miti: allattare è una cosa naturale?

“Quando parliamo dell’allattamento e ci rivolgiamo alle mamme dei giorni nostri dovremmo fermarci a riflettere su quali sono le esperienze tramandate che risuonano nella testa di queste donne – premette l’ostetrica –: fino a 30 anni fa era in voga l’allattamento artificiale come forma
privilegiata per nutrire i bambini con un latte considerato più ricco. Quella idea oggi non ci appartiene più grazie anche alle sempre più numerose evidenze sulle qualità ineguagliabili del latte materno ma resta nell’esperienza di quelle donne che oggi sono nonne, zie, persone che sono vicine alle nuove neomamme e che si approcciano a questa esperienza con criteri molto diversi.

 

Per una donna che sta scoprendo il suo modo di essere mamma, ad esempio, ripetute domande come ‘Ma sei sicura di avere abbastanza latte?’, ‘Non è che non mangia abbastanza? Senti come piange…’ si conficcano nel cuore di una mamma che si sente disorientata tra quello che la sua relazione con il suo bambino le sta comunicando e tutte le altre voci intorno a lei e al suo bambino. Ai corsi di preparazione al parto e alla nascita invitiamo sempre le nonne, le zie o le persone che saranno più vicine alla neomamma nelle prime settimane di vita del bambino. Diamo loro alcune indicazioni proprio sull’allattamento naturale così che sia il parere di un team esperto a spegnere opinioni o interferenze che possono essere anche molto dolorose da sopportare per una donna più
sensibile o insicura”.

 

Allattamento e falsi miti: le nonne hanno sempre ragione?

Esiste una sensata pretesa da parte delle nonne di poter intervenire perché forti del loro vissuto di madri? “Va detto che per chi ci ha già affrontato questa esperienza, in particolare per le nonne materne, momento del parto e del dopo porta a sentire il presente come un rivissuto della propria
esperienza – continua Pastura –. Spesso queste donne sono calamite, in senso positivo, dell'accudimento e capita che intervengano a calmare un bimbo che inizia a piangere o ad accorrere per qualsiasi necessità anche prima della mamma stessa. Si rigiocano una fetta emotiva importante
in questo nuovo ruolo e va tenuto conto che c’è anche questo elemento che ha i suoi pro: è alla base, ad esempio, del bellissimo rapporto che si crea tra nonni e nipoti”.

 

Allattamento e falsi miti: sarà mica così difficile attaccare il bimbo al seno?

“Su come dovrebbe essere condotto il momento dell’allattamento al seno ci sono molti miti da sfatare – chiarisce Pastura –: ad esempio che sia normale che all’inizio si senta dolore o che vengano le ragadi al seno: un corretto attaccamento al seno non ha queste caratteristiche. Ai corsi di preparazione al parto viene spiegato quali sono le posizioni per favorire l’attaccamento corretto al capezzolo ma il consiglio è che anche in reparto, per ogni dubbio le mamme devono, chiedere, chiamare
senza aver timori di dire qualcosa di sbagliato e senza paura di desiderare un consiglio in più dalle ostetriche e superare le proprie difficoltà. Se negli ospedali il tempo per questo passaggio non è spesso sufficiente, troviamolo noi per chiedere e rassicurarci di come stiamo conducendo i primi giorni di allattamento. 

 

Consideriamo che in altri paesi vicini come Germania e Inghilterra ogni mamma è affiancata gratuitamente da un’ostetrica per 10-15 giorni proprio per avviare al meglio l’allattamento materno. Lo stesso vale per capire se il bimbo si sta nutrendo adeguatamente. Una volta si usava fare la doppia pesata al neonato prima e dopo la poppata per capire quanto latte avesse assunto ma oggi non si raccomanda più”.

 

Allatamento e falsi miti: ci sono cibi vietati per chi allatta?

“Secondo alcune tradizioni durante l’allattamento si dovrebbero evitare cibi come aglio, cavolini di Bruxelles, spezie in quantità. In realtà il latte materno ha di suo un sapore già molto dolce e le sue variazioni cambiano di poco in ogni caso per ogni poppata a seconda della dieta che la mamma sta seguendo. Va però precisato che i cibi che la donna usava mangiare da gestante sono già ‘noti’ al bambino in quanto passati nel liquido amniotico”.

 

Rispetto ai cibi che ‘fanno latte’, va detto che è meglio cominciare l’allattamento stabilizzando prima la produzione di latte: se partiamo subito con qualche tisana galattofora (le più comuni sono la tisana al finocchio o l’infuso di galega) magari provochiamo un ingorgo di latte: nei primi giorni la produzione di latte si adegua alla richiesta del bambino.

 

Bere molto per avere più latte, ancora, è vero fino a un certo punto: la donna ha bisogno di bere molto ma per il suo essere, in quanto il consumo di liquidi è aumentato in questa fase della vita. Le tisane per ‘fare latte’ hanno un’efficacia che non è del tutto dimostrata. Non sono dannose e
quindi possiamo suggerire alla donna di assumerle se si preferiscono alla più semplice acqua. Generalmente una donna che beve poco può preferire una tisana”.

 

Allattamento e falsi miti: le coliche del neonato sono inevitabili?

“Le coliche nel neonato sono un concetto piuttosto enfatizzato in Italia. Quello che avviene nei primi due, tre mesi di vita del bambino e che noi chiamiamo ‘coliche’, spesso è la normale maturazione dell’intestino. Attraverso la nostra alimentazione e il latte che passa al bambino,
nell'intestino inizia a formarsi la flora batterica e in questo imprinting batteriologico il bambino inizia ad avere capacità di assimilare. 

 

In questo periodo le feci cominciano a non essere più semiliquide ma ad avere dal quarto mese una loro consistenza. I bambini manifestano in modo diverso questo cambiamento ma quello che possiamo fare è sostenere, aiutare le mamme che hanno bimbi più ‘colicosi’. A loro volta ci sono posizioni in cui possono cullare il piccolo affinché trovi un po’ di ristoro ma si tratta solo di aspettare, intorno alla fine del secondo mese l’intestino inizia a essere ‘pronto’”.

 

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